Processo Cassata, ricusato il giudice Spinella

Cassata
Il Procuratore Generale di Messina Franco Antonio Cassata

Nessuna sentenza, ma un rinvio. Il processo per diffamazione che vede imputato il Procuratore Generale di Messina Franco Cassata va avanti. Durante l'udienza di stamane ci si aspettava la sentenza nei confronti di Cassata, accusato di avere diffamato la memoria del professor Adolfo Parmaliana per impedire la pubblicazione del libro di Alfio Caruso “Io che da morto vi parlo”, e invece il difensore della famiglia Parmaliana Fabio Repici ha ricusato il giudice Lucia Spinella.

Ieri infatti, è stato notificato un atto firmato da un amico del Procuratore Generale, il magistrato del Tribunale di Reggio Calabria Giovandomenico Foti, che proprio a causa dell'amicizia con Cassata a febbraio, durante la prima udienza, annunciò che non poteva essere il giudice in questo procedimento.

Nell'atto notificato ai legali della famiglia Parmaliana, Foti li ha informati che il 4 dicembre scorso ha partecipato ad una riunione presso la Presidenza della Corte di Appello di Reggio Calabria, nella quale si era discusso dell'arringa pronunciata dall' Repici durante l'udienza del 29 novembre scorso. Impossibile non sottolineare che il presidente del Tribunale di Appello di Reggio Calabria è Giovanbattista Macrì, fino a pochi mesi fa Presidente del Tribunale di Messina. Che non solo quindi conosce molto bene l'imputato, ma che dai legali di Cassata è stato anche indicato come testimone a discolpa. Un comportamento che non ha precedenti e che ha lasciato sconcertati i familiari del professor Parmaliana.

Ma oltre a Foti e Macrì, alla riunione ha partecipato anche il giudice Spinella, che dopo l'estate ha fatto rinviare le udienze per motivi di salute. In discussione, la legittimità della designazione della Spinella, indicata peraltro dallo stesso Foti, cui è seguita la trasmissione degli atti relativi a quella designazione al giudice più anziano dell'ufficio del Giudice di Pace di Reggio Calabria. Insomma, un pasticcio mai visto prima nelle aule di un tribunale, sul quale ci si aspetta che si faccia chiarezza.

“Non si riesce a capire cosa (e in base a quale legge) dovrebbe fare il giudice più anziano rispetto all'atto del suo superiore -commenta l'avvocato Repici- giacché l'amico dell'imputato, come detto, è il coordinatore di quell'ufficio giudiziario. Certo, nessuno poteva prevedere che Foti, dopo essersi astenuto dal processo e dopo aver, per sovrapprezzo, designato il giudice che sta processando il proprio amico, potesse perfino partecipare a riunioni nelle quali si discute (a che titolo?) del processo. La riunione dunque si è tenuta nell'ufficio del testimone indicato dall'imputato e vi ha partecipato un amico dell'imputato. Mai vista una cosa del genere. Mai. Infatti è da ieri che ci si interroga sulle norme in ragione delle quali si è tenuta la riunione, per quale motivo e per deliberare cosa. Ma non disperiamo. Di sicuro non si troverà la norma in base alla quale l'amico dell'imputato ha potuto ordinare una notifica nel processo a carico dell'imputato amico”.

Vista la gravità della situazione, all'avvocato Repici non è rimasto altro da fare che ricusare il giudice Spinella. “Ci siamo però trovati costretti a chiedere alla Corte di Appello di Reggio Calabria -aggiunge ancora Repici- se quello che abbiamo appreso è qualcosa che rientra nel panorama noto delle vicende processuali o se, viceversa, è qualcosa di inaudito. Vedremo. Ovvio, una brutta grana per quella Corte, il cui Presidente ha partecipato a quell'immaginifica riunione”.

Il processo è stato rinviato al 10 gennaio. Nei corridoi di Palazzo Piacentini i si inseguono. C'è chi sostiene che Cassata stia per andare in pensione perché le prove nei suoi confronti rispetto alla creazione di un falso dossier sembrano schiaccianti stando alla deposizione dei testimoni e chi invece che sarà trasferito altrove. Resta il fatto che il Consiglio Superiore della Magistratura, che parla di “incompatibilità ambientale” perché il figlio di Cassata, l'avvocato Nello, esercita presso il Tribunale di Barcellona. Nessuna parola dal CSM sul fatto che Nello Cassata è coinvolto in un processo per truffe assicurative e che il padre, che è Procuratore Generale, coordina i magistrati che lo accuseranno e lo giudicheranno.

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