#Politica. Scontro a Palazzo Zanca, la UIL: “Le Donne ci ha minacciato, adesso chieda scusa”

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Antonio Le Donne

“Nell'ultimo tavolo di concertazione convocato il 21 luglio scorso tra le organizzazioni sindacali di categoria e la di parte pubblica, è accaduto un fatto molto increscioso e inquietante che deve far riflettere tutti, sindacalisti, dipendenti e utenti”. A denunciarlo sono Ivan Tripodi e Pippo Calapai, segretario generale UIL Messina e segretario generale UIL FPL Messina. “Il presidente della delegazione di parte pubblica, il segretario generale e direttore generale Antonio Le Donne è andato su tutte le furie perdendo ogni forma di lucidità e controllo insito di ogni rispettabile manager sulle chiare e legittime dichiarazioni della UIL espresse al tavolo -spiegano i due dirigenti sindacali. Con una foga e irruenza Le Donne si è lasciato andare a una espressione a dir poco infelice, tipica dell'oscurantismo, minacciando di “asfaltare” i rappresentanti della UIL FPL se non avessero ritirato le proprie dichiarazioni. E' grave, gravissimo, inaccettabile che un manager di una città di 241.000 abitanti, incoronato peraltro da un della sinistra paladina di libertà, si lasci andare a espressioni di questo tipo -aggiungono Tripodi e Calapai. Asfaltare è un verbo che si usava nel gergo politico del periodo di dittatura e chi ha una certa età certamente lo ricorda. La UIL FPL pretende le scuse e una chiara presa di posizione dell'amministrazione Accorinti, che non può esimersi dal porre in essere le giuste misure riparatrici con la chiara assunzione di responsabilità politica.

La UIL FPL ha sempre contribuito al confronto sindacale costruttivamente, con professionalità e nel rispetto dei ruoli, con le giuste iniziative che hanno portato questa amministrazione a traguardi importanti in materia di personale. Siamo rammaricati ma non possiamo far passare in sordina quanto è successo anche per il rispetto dei nostri iscritti, dei dipendenti, dei dirigenti e dei cittadini utenti che affidano al sindacato la tutela dei propri diritti. E' per questo che non intendiamo più partecipare ai futuri incontri sindacali sino a quando non sarà ristabilito il giusto clima di serenità, scevro da ogni elemento di incompatibilità”.

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