#Palermo. Trentatré anni fa la Mafia uccideva il generale Dalla Chiesa

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112-dalla-chiesa-550Trentatré anni fa la Mafia uccideva il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la Emanuela Setti Carraro e l'agente di scorta Domenico Russo in via Isidoro Carini a Palermo.

Il 3 settembre l'auto sulla quale viaggiava il prefetto di Palermo, in quel momento guidata dalla moglie, alle 21 e 15 fu affiancata da una macchina e i killer esplosero diverse raffiche di Kalashnikov uccidendoli all'istante. Stessa sorte per il poliziotto di scorta che li seguiva a bordo della sua auto di servizio, affiancata da una moto dalla quale partirono le raffiche. Russo fu ferito gravemente e morì in ospedale dodici giorni dopo.

Per ricordare il 33esimo anniversario, questa mattina il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha deposto una corona sul luogo dell'eccidiodavanti alla lapide commemorativa, che in questi giorni è stata, con l'area circostante, oggetto di interventi di manutenzione e restauro. Alla cerimonia erano presenti anche le figlie del Generale Rita e Simona, il prefetto di Palermo Francesca Cannizzo, quello di Nicola Diomede, il questore Guido Nicolò Longo, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il presidente del Consiglio comunale di Palermo Salvatore Orlando, gli assessori comunali, i rappresentanti delle Forze dell'ordine, oltre alle più alte cariche militati, civili e religiose.

“Palermo ha il dovere di ricordare quella strage, che ha segnato la storia della nostra città e anche la storia della lotta alla mafia, rappresentando purtroppo in modo simbolico le, per allora indicibili, connivente fra parte del potere politico, quello affaristico e le cosche- ha detto il Sindaco. Al generale Dalla Chiesa e a chi con lui ha perso la vita dobbiamo e sempre dovremo un profondo ringraziamento, come a tutti coloro che con affetto e dedizione ne ricordano la memoria e l'impegno'.

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Armando Montalto

Tra la metà dei Novanta e i primi Duemila ha cambiato città, paese e occupazione con la rapidità di un colibrì. Insomma, questo quarantenne messinese, dopo aver fatto consegne a Canal Street, parlato in nome della UE, letto Saramago, tirato sassi sul Canal Saint Martin e bevuto fiumi di birra ha deciso. Tornare a casa, mettere su famiglia e la testa a posto. Oggi si divide tra libri, mare e famiglia. Intanto, prova a scrivere e a raccontare Messina.

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