Padre Alex al sindaco: “Grazie per la sfida alla cultura della morte”

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Il sindaco Accorinti durante le celebrazioni del 4 novembre

A distanza di cinque giorni, le polemiche per il gesto del sindaco Accorinti durante la celebrazione della festa dell'Unità d'Italia e delle Forze Armate (il corsivo non è un caso) non si placano.

Per scelta, Messina ha problemi ben più urgenti di cui parlare e da risolvere, abbiamo deciso di non pubblicare nulla né a favore né contro l'esposizione della bandiera della pace durante la cerimonia del 4 novembre. Che, ribadiamo, non è stata uno schiaffo alle forze militari presenti, ma un voler ricordare che la pace è un valore assoluto.

Del resto, se adesso abbiamo un ministero della Difesa e non della Guerra, distinzione non superflua, qualcosa vorrà pur dire.

Però, davanti alla bellissima, profonda e toccante lettera che padre Alex Zanotelli ha inviato al sindaco Renato Accorinti, non si può non fare un'eccezione. Leggendola scoprirete perché.

“Carissimo Renato, infinite grazie per questo tuo splendido gesto di sfida alla cultura di morte che ci viene propinata con questa parata militare per commemorare i caduti della Prima Guerra Mondiale. “Avete detto ai vostri ragazzi che la Prima Guerra mondiale si poteva evitare?- scriveva don Milani ai capellani militari della Toscana(1965). Che Giolitti aveva la certezza di poter ottenere gratis quello che poi fu ottenuto con 600.000 morti? Che la stragrande maggioranza della Camera era con lui (450 su 508). Era dunque la Patria che li chiamava alle armi? E se anche li chiamava, non chiamava forse a un' “inutile strage” (l'espressione non è di un vile obiettore di coscienza, ma di un Papa).

Era nel '22 ch bisognava difendere la Patria aggredita. Ma l'esercito non la difese. Stette ad aspettare gli ordini che non vennero. Se i suoi preti l'avessero educata a guidarsi con la coscienza invece che con l'Obbedienza ‘cieca, pronta, assoluta', quanti mali sarebbero stati evitati alla Patria e al mondo (50 milioni di morti)”.

Grazie, Sindaco, perché ti sei fatto interprete di questa gloriosa tradizione nonviolenta, così ben espressa, anche in Italia, da figure come don Milani, Capitini, padre Turoldo, don Tonino Bello e tanti altri. Grazie perché hai insegnato con quel tuo gesto il valore della protesta a un popolo italiano addormentato. Grazie per aver richiamato tutti all'assurdità di una così colossale spesa militare in Italia che è ancora più alta di quanto affermi.

Il SIPRI di Stoccolma calcola che nel 2012 il governo italiano ha investito in Difesa 26 miliardi di euro, mentre non riesce a trovare soldi per la scuola, per la sanità, per il terzo settore.

E il popolo italiano non si ribella a tali aberrazioni. Grazie, Sindaco, perché ti sei schierato contro la militarizzazione della tua terra: ”La nostra Isola rischia di diventare una portaerei del Mediterraneo: una base dalla quale far partire strumenti di morte e controllare con tecnologie satellitari i paesi stranieri.”

Non possiamo infatti accettare né che Sigonella diventi la capitale mondiale dei droni né che Niscemi diventi con i MUOS il centro mondiale di comunicazioni militari. Grazie, Renato, perché sia il tuo gesto che le tue parole hanno ridato nuova vita al movimento nonviolento italiano. Spero di risentire la tua voce risuonare nell'Arena di Verona il 25 aprile 2014″.

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