#Milazzo. “Banda del pizzo”, arrestato il quarto uomo

Salvatore Veneziano
Salvatore Veneziano

Individuato il quarto uomo della cosiddetta “Banda del pizzo”, ritenuto l'esecutore materiale di gran parte degli attentati incendiari perpetrati ai danni di macchinari e mezzi delle imprese impegnate nelle opere di riqualificazione del lungomare. I carabinieri della Stazione di Milazzo, agli ordini del maresciallo aiutante Tommaso La Rosa, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto Salvatore Pugliese su richiesta della Procura della Repubblica, dopo le indagini coordinate dal sostituto procuratore Federica Paiola e dal procuratore della Repubblica Emanuele Crescenti, hanno notificato in carcere l'ordinanza a Salvatore Veneziano, 21enne milazzese, pescatore, già noto alle forze dell'ordine, ritenuto responsabile dei reati tentata estorsione aggravata in concorso e danneggiamento plurimo seguito da incendio.

Il provvedimento scaturisce dagli ulteriori sviluppi delle indagini che il 28 ottobre 2015 avevano già condotto all'arresto di 3 persone, responsabili a vario titolo dell'imposizione del pizzo ai danni dei titolari delle società assegnatarie dei lavori di ristrutturazione del Lungomare di Ponente di Milazzo, di cui alla segnalazione a seguito.

L'esito delle ulteriori indagini e le testimonianze di una delle vittime degli atti intimidatori che avevano accompagnato gli episodi estorsivi, hanno consentito di fare piena luce sull'appartenenza di Veneziano alla medesima consorteria, comprovandone il ruolo di esecutore materiale di gran parte degli attentati incendiari perpetrati ai danni di macchinari e mezzi delle imprese impegnate nelle citate opere di riqualificazione.

Dagli accertamenti dei Carabinieri emerge, infatti, che il Veneziano rappresentava la figura di braccio armato nel sistema del racket delle estorsioni a Milazzo e dintorni. Non solo è l' della maggior parte degli incendi di auto e di mezzi da cantiere, ma è anche colui che si occupava di confezionare bottigliette piene di benzina con cartucce nastrate al fianco e di depositarle successivamente all'indirizzo degli imprenditori vittime del pizzo. L'arrestato, fiero del suo operato spesso si è anche vantato con altri degli attentati provocati. In una circostanza in particolare, nel giugno 2015, l'arrestato, anche per impressionare la sua fidanzata, si è recato con lei a bordo di una vettura, a e in sua presenza ha provocato l'incendio di un'autovettura parcheggiata, dopo averla cosparsa di benzina. In un altro caso il Veneziano si è apertamente vantato con la donna di aver incendiato un'altra macchina, che si è dimostrato essere di proprietà di uno degli imprenditori impegnati nei lavori. In tutti i casi in cui il Veneziano bruciava le auto se ne vantava, riferendo di incassare dai 100 ai 150 euro per ogni incendio, aggiungendo che le intimidazioni erano rivolte a persone che non volevano pagare e che in altri casi lo stesso aveva proceduto a preparare e poi a depositare delle bottigliette contenente liquido infiammabile.

I Carabinieri di Milazzo e la Procura di Barcellona P.G. concludono così le indagini sul sistema di raccolta del pizzo ai danni delle ditte impegnate nel rifacimento del lungomare di ponente. Il provvedimento rappresenta un importante risultato operativo e dimostra come il Veneziano sia stato l'esecutore materiale di incendi e danneggiamenti su ordine di quella emergente organizzazione dedita al racket sui lavori di riqualificazione del Lungomare di Ponente, sgominata con gli arresti del 28 ottobre u.s. Veneziano è stato condotto ne carcere di Messina-Gazzi.

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