#Migranti. Strage di Ferragosto, i sub sahariani e gli asiatici chiusi nelle stive

SAR - Nave Driade - 6 giu 2015 migranti (3)Si è svolto nei giorni scorsi l'incidente probatorio sull'inchiesta della Procura di Catania sul naufragio di Ferragosto quando 49 migranti sono morti per asfissia. Emerge una tragica verità. A bordo c'era una rigida  separazione per nazionalità. Gli arabi, siriani, libici e maghrebini sul ponte. Nell'angusta stiva alta al massimo un metro e venti c'erano gli asiatici: pakistani e bengalesi. E poi, a poppa, nelle aree più anguste, i sub sahariani.

Nelle giornate del 21 e del 24 agosto sono stati ascoltati alcuni dei migranti soccorsi il 15 agosto dalla nave della Marina Militare Cigala Fulgosi. Davanti al GIP presso il Tribunale di Catania, i testimoni hanno ricordato quanto accaduto durante quel viaggio durato solo una notte, ma sufficiente per far perdere la vita ai loro compagni.

I testimoni, peraltro, hanno  riconosciuto tra i fermati dalla Squadra Mobile e dal GICO della Guardia di , il comandante dell'imbarcazione e gli altri membri dell'equipaggio.

I racconti dei testimoni parlano di atti di violenza. Calci, pugni e colpi di cinghia contro chiunque tentasse di sporgere il capo oltre gli stretti boccaporti che davano accesso alla parte superiore dell'imbarcazione. I migranti erano così obbligati in un'angusta stiva le cui dimensioni, nella parte centrale, erano di circa sei metri per quattro con un'altezza di un metro e 20 che diminuiva procedendo sia verso poppa che verso prua. Nella stiva coercitivamente erano stati sistemati solo uomini in base alla loro nazionalità: Bangladesh, Pakistan e a poppa i sub-sahariani. Sul ponte erano stati sistemati siriani, libici e migranti del Maghreb, compresi donne e .

Dalle testimonianze si è ricostruito che il libico Ayooub Harboob era il comandante del barcone, mentre i  sedicenti libici Tarek Jomaa Laamami (19enne), Mohamed Assayd (18enne), Alì Farah Ahmad (18enne) e Abd Arahman Abd al Monssif (18enne), insieme a Mohannad Jarkess (dichiaratosi inizialmente minorenne ma identificato, a seguito di ulteriori accertamenti, quale maggiorenne) e ai sedicenti marocchini Mustapha Saaid (23enne)e Isham Beddat (30enne) avevano il preciso compito di mantenere l' a bordo e impedire ai migranti di salire dalla stiva sul ponte esterno.

Quanto emerso durante le due udienze conferma l'ipotesi accusatoria delineata dal pool di investigatori della Squadra Mobile e del GICO di Catania.

Intanto, per 37 delle 49 salme è stato emesso il nulla osta al seppellimento, mentre per le altre 12 salme sono in corso gli esami autoptici per ulteriori e più approfonditi accertamenti. Le cause del decesso verosimilmente sono riconducibili all'assenza di aria all'interno della stiva.

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Armando Montalto

Tra la metà dei Novanta e i primi Duemila ha cambiato città, paese e occupazione con la rapidità di un colibrì. Insomma, questo quarantenne messinese, dopo aver fatto consegne a Canal Street, parlato in nome della UE, letto Saramago, tirato sassi sul Canal Saint Martin e bevuto fiumi di birra ha deciso. Tornare a casa, mettere su famiglia e la testa a posto. Oggi si divide tra libri, mare e famiglia. Intanto, prova a scrivere e a raccontare Messina.

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