Messina ricorda i 5 siciliani caduti a Nassiriya, il ministro Trenta arriva in ritardo e non si scusa

MESSINA. Arriva con un'ora di ritardo lasciando ad aspettare le più alte cariche militari e civili regionali e cittadine, non si scusa per l'attesa e si sottrae alle domande dei giornalisti. Il bon ton istituzionale del ministro della Difesa Elisabetta Trenta (Movimento 5 Stelle) lascia decisamente a desiderare. Neanche l'occasione, l'inaugurazione di un monumento dedicato a Giovanni Cavallaro, Alfio Ragazzi, Giuseppe Coletta, Domenico Intravaia Horacio Maiorana, i cinque carabinieri siciliani caduti a Nassiriya nel 2003, le ha suggerito un comportamento più consono. Eppure, da una con il suo cursus honorum (da Wikipedia: Nel 2009 per cinque anni è stata richiamata in servizio in Libano come country advisor, ufficiale capitano della riserva internazionale selezionata per il corpo amministrativo, nell'ambito di progetti per la sicurezza internazionale e della forza militare di interposizione UNIFIL[1], e Commissario dell'Esercito[2] ,ha collaborato in qualità di analista al Centro militare di studi strategici[1] e fino al 2018[2] è stata vicedirettore del Master in Intelligence and Security presso la Link Campus di Roma[1], filiazione dell'università maltese) ci si sarebbe aspettati qualcosa di più.

Peraltro, stando a quanto pubblica il giornale online AbruzzoWeb, non è la prima volta che il ministro Trenta, candidata alle ultime elezioni con i 5 Stelle e non eletta, evita i giornalisti. L'ultima volta a Campotosto, in Abruzzo, dove ha partecipato alla consegna della cittadinanza onoraria per il ruolo svolto dall'Esercito nell'emergenza terremoto. Stando a quanto scritto dal quotidiano, il portavoce del ministro prima ha chiesto ai cronisti presenti quali domande volessero porgere e poi, appreso che sarebbero state di carattere politico, se ne è tornata a Roma. Insomma. il Grillo style colpisce ancora. Anche in riva allo Stretto.

Presenti alla cerimonia i familiari delle vittime siciliane della strage di Nassiriya, il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri generale Giovanni Nistri, il comandante interregionale generale Luigi Robusto, oltre alle massime autorità civili, militari e religiose della Sicilia. “Il monumento inaugurato quest'oggi -spiegano dal Carabinieri- è stato realizzato dagli alunni dell'istituto artistico Ernesto Basile di Messina. È costituito da un piano d'altare in pietra siciliana lavorata a mano, che poggia su 4 gambi di rose in acciaio sorretti alla base da 4 pietre, provenienti delle terre di origine di ciascun caduto siciliano, che circondano una roccia rossa giunta direttamente da Nassiriya.

Le quattro pietre italiche abbracciano la pietra irachena e “rappresentano simbolicamente le gocce di sangue, che, sgorgate dal sacrificio dei caduti, hanno fatto fiorire una rosa”. Infatti, dalle 4 pietre affiorano 5 rose in ferro battuto, in ricordo di ciascuno dei caduti siciliani, sovrastate da un ripiano in pietra tipica siciliana. Sul piano d'altare il sacrificio dei caduti è ricordato con questa iscrizione: “La nostra pietra. Il rosso naturale della dura pietra irachena cela il sangue di un italico martirio e da cornice i colori della sicula Patria d'origine. Tu che, silenzioso volgi verso di me il tuo sguardo e la tua prece fa di questi sassi un'unica pietra, per schiacciare odi e rancori e, solo allora, da quel sangue potrà sbocciare un fiore. Ten. Giovanni Cavallaro, M.llo A. Alfio Ragazzi, Brig. Giuseppe Coletta, Brig. Domenico Intravaia, App. Horacio Maiorana”.

 

 

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