#Messina. Piano di Riequilibrio, LabDem: “Non è la panacea di tutti i mali”

bilancioLa relazione del Collegio dei Revisori dei Conti non entra nel merito dei 23 rilievi mossi dal ministero dell'Interno e la Giunta dovrebbe essere più chiara su cinque punti essenziali.

Sul di Riequilibrio predisposto dall'amministrazione Accorinti LabDem Messina va all'attacco e ribadisce la richiesta di un'ispezione del Viminale.

“Riteniamo la relazione dei Revisori ininfluente -dichiara Giuseppe Fera, responsabile di LabDem– e onestà intellettuale vorrebbe che la Giunta rendesse note le proprie considerazioni rispetto ai rilievi”.

Fare chiarezza dunque sui debiti fuori bilancio “per quanto riguarda la loro quantificazione e il loro inspiegabile variare nell'ammontare tra una stesura e l'altra del Piano di Riequilibrio”, sulla mancata presentazione degli stessi al Comunale per il loro riconoscimento (scelta stigmatizzata anche dalla Corte dei Conti) e sull'esito delle transazioni proposte ai creditori di Palazzo Zanca.

Ma dall'amministrazione Accorinti LabDem Messina vuole sapere anche perché “non risultino conteggiati i gravosi interessi passivi maturati ai sensi di legge sui debiti del Comune” e chiede dettagli anche rispetto alle situazioni finanziarie delle società partecipate ATM, AMAM e MessinAmbiente.

“In mancanza di tali chiarimenti -dichiara Fera- sono del tutto fuori luogo le entusiastiche affermazioni dell'Amministrazione sul Piano di Riequilibrio come panacea dei mali della città. Vale la pena ribadire che il documento, così come è strutturato, risulta del tutto inadeguato sotto il profilo e ben difficilmente il ministero e la Corte dei Conti potranno assumersi la responsabilità della sua approvazione”.

Poi la frecciata finale all'esecutivo. “Chi di competenza si attivi -conclude Fera- poiché dalla grave situazione economica del Comune di Messina non si potrà uscire con documenti che alterano la reale situazione finanziaria. Oggi più che mai è necessario l'intervento dei servizi ispettivi del ministero delle Finanze per fare chiarezza e delineare realistici percorsi di uscita dalla crisi”.

Elio Granlombardo

Ama visceralmente la Sicilia e non si rassegna alla politica calata dall’alto. La “sua” politica è quella con la “P” maiuscola e non permette a nessuno di dimenticarlo. Per Sicilians segue l'agorà messinese, ma di tanto in tanto si spinge fino a Palermo per seguire le vicende regionali di un settore sempre più incomprensibile e ripiegato su se stesso. Non sopporta di essere fotografato e, neanche a dirlo, il suo libro preferito è “Conversazione in Sicilia” di Elio Vittorini.

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