#Messina. Passa il nuovo statuto dell’AMAM, salvi i 53 ex ATO 3

AMAMCon 18 voti favorevoli e 4 astenuti oggi pomeriggio il Consiglio comunale ha dato il via libera al nuovo statuto dell'AMAM, che adesso gestirà non solo la rete idrica cittadina ma anche la raccolta rifiuti.

Primo passo, quello di oggi, verso la società Multiservizi. Soddisfatti i 53 dipendenti dell'ex ATO 3 (assunti con un colpo di mano dell'amministrazione Genovese, che utilizzò strumenti legislativi allora disponibili, e oggi salvati dall'Amministrazione Accorinti), che senza questo passaggio in Aula sarebbero stati tagliati fuori da qualsiasi possibilità futura di mobilità perché la proroga concessa dalla regione Sicilia sarebbe scaduta a mezzanotte.

Nonostante quindi i continui scontri verbali in Aula o sulla stampa, alla fine ancora una volta l'amministrazione Accorinti ha incassato il sostegno trasversale necessario per chiudere il cerchio dai consiglieri Carlo Abbate, Carlo Cantali, Simona Contestabile, Giovanna Crifò, Nicola Cucinotta, Paolo David,  Pippo De Leo, Lucy Fenech, Libero Gioveni, Francesco Pagano, Mariella Perrone, Ivana Risitano, Mario Rizzo, Nora Scuderi,  Santi Sorrenti, Fabrizio Sottile,  Pippo Trischitta e Benedetto Vaccarino.

Astenuti la presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile e i consiglieri del Gruppo Misto Adriana Russo, Nina Lo Presti e Gino Sturniolo.

Nei giorni scorsi proprio la Lo Presti e Sturniolo avevano rilasciato dichiarazioni molto dure sull'argomento, accusando la Giunta di irresponsabilità.

“Nella neolingua dell'amministrazione Accorinti il Piano di Riequilibrio assume il carattere del progetto di rilancio della città -hanno sottolineato. Al contrario, il Piano di Riequilibrio è uno strumento finanziario che attraverso l'aumento dei tributi, la riduzione dell' e la compressione dei servizi estrae risorse dalla messinese per pagare i debiti pregressi.

Tra le misure più odiose presenti nel Piano c'è quella che riguarda la società che gestisce il servizio idrico. Dagli utili del dell'AMAM andrebbero ricavati 23 milioni di euro in 10 anni. Questo, oltre a ledere in profondità il principio dell'acqua come bene comune, rappresenta una grave ipoteca nei confronti dell'azienda che gestisce il servizio”.

Secondo i due esponenti politici, con “grave irresponsabilità l'Amministrazione ha mescolato modifica dello Statuto, salvaguardia dei livelli occupazionali e futuro della società che dovrà gestire il servizio di igiene ambientale. Si mette al voto un progetto dell'esecutivo (quello del Piano di Riequilibrio e della Multiservizi) sotto la pressione di chi oggi teme per il proprio futuro lavorativo.

Ma avere cultura di governo e cuore per l'interesse dei lavoratori significa avere equilibrio, non giocare a un continuo rilancio sul filo del rasoio imponendo di ragionare sempre all'ultimo momento con le spalle al muro“.

La Lo Prestti e Sturniolo avevano infatti proposto all'Amministrazione Accorinti di “rinunciare alla misura del Piano di riequilibrio che riguarda la vendita dell'acqua e di utilizzare quei 23 milioni di euro in 10 anni per la salvaguardia dei livelli occupazionali e l'ammodernamento della rete. Rendendo quindi l'azienda più solida e dandole un futuro. Un passaggio che potrebbe anche liberare risorse che oggi gravano sui cittadini attraverso la TARI.

Un'operazione del genere potrebbe servire ad affrontare subito l'emergenza occupazionale e dare il tempo di una modifica dello Statuto che vada incontro alla legge sulla ripubblicizzazione del servizio idrico già passata in Commissione Bilancio all'ARS e alla legge della stessa natura attualmente in discussione in Parlamento”.

Ovviamente, tutto questo rimetterebbe in discussione il Piano di Riequilibrio. “Noi l'abbiamo già fatto -incalzano i due consiglieri. L'Amministrazione dovrebbe semplicemente ammettere ciò che è sotto gli occhi di tutti. In ogni caso, se proprio volesse sostituire quella misura, potrebbe utilizzare risorse derivate da un taglio del fondo per le indennità premiali ai dirigenti e dal potenziamento del Dipartimento Avvocatura con l'incremento del numero degli avvocati interni con altri dipendenti comunali abilitati all'esercizio della professione già presenti in organico ma attualmente utilizzati per altri compiti”.

All'Avvocatura ci sono 6 funzionari abilitati avvocati ai quali non sono mai stati conferiti incarichi di difesa e rappresentanza del Comune di Messina. “Ma determinerebbe la compressione della spesa per i contenziosi affidati all'esterno -spiegano ancora i due esponenti politici- e quanto si libererà dopo la Legge Regionale che riduce gettoni di presenza e oneri riflessi dei consiglieri comunali”.

Un appello, quello di Lo Presti e Sturniolo rimasto inascoltato dall'esecutivo Accortinti. Pochi anni e sapremo chi aveva ragione.

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.

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