#Messina. Papardo, nomina Vullo. D’Uva: “Governo faccia chiarezza e verifichi eventuali irregolarità”

Papardo Sicilians“La nomina del dottor Michele Vullo a direttore dell'Azienda Ospedaliera Papardo-Piemonte di Messina continua a non essere chiara. Pertanto ho chiesto al Governo di verificare con precisione se siano stati rispettati i criteri di legge e se non sia il caso di fare una verifica generale di tutti gli idonei alla carica di direttore nelle aziende sanitarie siciliane”. E' un'interrogazione che mira a far luce su un caso molto delicato quella che il parlamentare del Francesco D'Uva ha presentato al Governo nazionale, chiedendo una risposta in tempi brevi. La vicenda riguarda la nomina a direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Papardo-Piemonte di Messina di Vullo. “Secondo quanto emerso -spiega D'Uva- vi sarebbero delle nette discrepanze tra il curriculum vitae presentato da Vullo e i criteri necessari per risultare idonei alla carica di direttore”.

Quando Vullo si presentò alla selezione della Regione Calabria fu escluso per mancanza di esperienza di direzione. “Eppure lo stesso anno -chiosa D'Uva- la Regione Sicilia ammise la sua candidatura e da lì, in breve, giunse la nomina al Papardo-Piemonte. Mi auguro che il Governo indaghi a pieno sulla vicenda e qualora vi siano responsabilità o irregolarità intervenga in maniera netta ed esemplare”.

All'interrogazione di D'Uva si aggiunge la dichiarazione della deputata all'ARS Valentina Zafarana, che commenta: “Abbiamo già chiesto all'assessorato regionale, con accessi agli atti e una interrogazione parlamentare, che siano espletati doverosi controlli in merito alle  perplessità sollevate sul possesso da parte del dottor Michele Vullo dei requisiti necessari alla nomina di direttore generale dell'azienda ospedaliera Papardo-Piemonte di Messina. Abbiamo anche portato la vicenda nella sottocommissione antimafia all'ARS. Quello che chiediamo -conclude la parlamentare- è che si faccia piena chiarezza perché non debbano esserci ombre sull'idoneità nei ruoli apicali nella sanità siciliana”.

 

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