Messina, omicidio Alessandra Musarra: scritte minacciose contro l’ex fidanzato

. “Cristian Ioppolo, figlio di puttana, quando esci mangi terra parola mia, nipote di Satana”. Questa
la scritta comparsa nella notte sui muri della chiesa di Santa Lucia sopra Contesse, parrocchia seguita dallo zio del giovane accusato dell'omicidio di Alessandra Musarra, uccisa la notte tra il 7 e l'8 marzo dell'anno scorso. Domani udienza del processo, che si terrà davanti al Giudice per l'Udienza Preliminare Monia De Francesco.

Ioppolo uccise la fidanzata, con la quale stava dal 2018, a calci e pugni. Una scena orrenda quella che si è presentata agli occhi dei poliziotti accorsi sul luogo dell'omicidio: la vittima era riversa a terra, in camera da letto, in una vasta chiazza di sangue. I sospetti si concentrarono subito su Ioppolo, che in un primo momento negò tutto cercando di fare ricadere le colpe sull'ex ragazzo della vittima, con il quale la storia era finita oltre sei anni fa. Quest'ultimo però è subito ritenuto estraneo alla vicenda da parte degli inquirenti.

Numerosi invece gli elementi di prova a carico di Ioppolo e diverse le contraddizioni durante l'interrogatorio che portarono al suo arresto. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, ci furono numerosi litigi tra i due negli ultimi mesi, spesso per futili motivi. Uno di questi, probabilmente portò alla morte della vittima. Un crescendo di orrori, che aumentò via via che le indagini acquisirono nuovi particolari.

 

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.

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