#Messina. Libera, l’antimafia e quei numeri sulla Giornata per le vittime di mafia che non tornano

Marcia Libera vista dal'alto 21-3-2016 aPer la manifestazione del 21 marzo scorso, organizzata dall'associazione di don Ciotti per ricordare le vittime della mafia, il numero dei partecipanti previsto e annunciato per giorni e giorni con una sicurezza degna di ben altra causa era 30mila.

Predisposto quindi un dispiegamento di forze notevole per gestire al meglio la folla che si presumeva sarebbe arrivata in città.

Marcia Libera vista dall'alto 21-3-2016 bTransito interdetto alle auto dalle 7 del mattino lungo tutto il percorso, dalla piazza Juvara fino a .

Impossibile non notare sin dalle prime ore del mattino una stranezza, testimoniata dalle foto postate sui social: il centro della città è deserto.

Probabilmente, i messinesi che se lo potevano permettere avranno pensato bene, visti il blocco per le auto fino alle 14 e le modifiche di orari e percorsi di bus e tram, di starsene a casa.

Marcia Libera vista dall'alto 21-3-2016 cFatti due conti e osservate le riprese televisive e fotografiche, è evidente che nonostante molte testate, anche nazionali, abbiano confermato la cifra dei 30mila partecipati, qualcuno per la verità ha detto 20mila, in riva allo Stretto sono arrivate meno di 15mila persone.

Per la prima volta la Questura non fornisce alcun dato ufficiale e su nostra richiesta, si limita a confermare tramite ufficio stampa che i numeri sono quelli forniti dagli organizzatori. Di fatto però le foto che pubblichiamo e che sono state inviate alle redazioni proprio dalla Questura confermano una partecipazione molto ridotta rispetto alle aspettative.

Ma altre fonti ci danno un dato ben diverso: alla marcia di Libera hanno partecipato tra le 10 e le 13mila persone. Meno della metà di quanto previsto.

Marcia Libera vista dall'alto 21-3-2016 dE visto che Libera è tra i paladini dell'antimafia, a questo punto sarebbe auspicabile un po' di chiarezza. Almeno sulle cifre di questa manifestazione.

Per quanto riguarda invece le accuse del procuratore della DDA di Napoli Catello Maresca (parzialmente ammesse, come riporta Repubblica, in Commissione Antimafia da don Ciotti) e di Franco La Torre, il figlio di Pio La Torre liquidato con un sms per avere osato criticare Libera durante un'assemblea il 7 novembre scorso,  se ne discuterà in altra sede, viste le minacce di querela.

Vale però la pena riflettere su una dichiarazione resa da Maresca a Panorama, quando ha accusato Libera di “gestire i beni sequestrati alle mafie in regime di monopolio e in maniera anticoncorrenziale. Registro e osservo che associazioni nate per combattere la mafia hanno acquisito l'attrezzatura mentale dell'organizzazione criminale e tendono a farsi mafiose loro stesse. Sfruttano beni che non sono di loro proprietà, utilizzano risorse e denaro di tutti”.

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.

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