#Messina. Genovese in carcere, Fragale: “Indegno il silenzio del PD”

Francantonio Genovese
Francantonio Genovese

Dopo 8 mesi di arresti domiciliari giovedì pomeriggio il parlamentare PD Francantonio Genovese è tornato in carcere. Il Tribunale del Riesame di Messina ritiene che il deputato del PD, coinvolto nell'inchiesta sulla formazione messinese, possa reiterare il reato.

In che modo, visto che gli enti di riferimento non sono più accreditati con la Regione Sicilia, non è chiaro. Inspiegabile questa decisione, anche alla luce dell'attenuazione solo tre giorni prima del regime domiciliare. Il tutto però si è consumato senza che nessuno all'interno del PD sentisse l'esigenza di commentare la vicenda.
Fino a ieri pomeriggio, quando Emilio Fragale, segretario generale del Comune di Messina ai tempi della Giunta Genovese ed esponente del PD, ha deciso di puntare il dito contro il comportamento del partito.
“Il silenzio dei vertici del PD, a livello romano, palermitano, messinese, sulla vicenda che vede tristemente coinvolto Francantonio Genovese è politicamente indegno -commenta Fragale. Oggi non si tratta di esprimere su Francantonio Genovese un giudizio politico, più o meno positivo. Non si tratta di non urtare le sensibilità di tesserati, militanti, simpatizzanti. Non si tratta di far prevalere la ragion del particolare stato renziano. Non si tratta, a ben vedere, di commentare una sentenza. Peraltro, fermo restando che le sentenze si eseguono, mi sembra ampiamente superata dalla storia la mancanza della possibilità di commento.
Qui il tema è la norma. Si tratta di comprendere come un sistema di regole, tenuto conto dei tempi di affermazione di quelle regole, possa farsi beffe della vita di uomo. Ecco, come è possibile che a un indagato si notifichi tre giorni addietro l'affievolimento di una misura restrittiva e dopo qualche ora l'inasprimento più tremendo? Come ancora è possibile che a giudizio incardinato si tema ancora per l'inquinamento delle prove (rectius per l'inquinamento delle prove, assunte tali, dall'accusa)?
Questo tentativo di comprensione è politicamente doveroso. Il tacere è indegno perché si rinunzia a una sacrosanta riflessione che in nessun modo ostacola o mina o incrina il lavoro di pubblici ministeri e giudici e che in nessun modo attenta o elude o smorza  il bisogno di verità sui fatti (fatti che attengono alla coerente gestione di risorse pubbliche, al sapiente investimento produttivo sulla formazione, alle corrette dinamiche di intrapresa privata a contatto con iniziativa e finalità pubblica, etc.etc.).
Emilio Fragale
Emilio Fragale

Tutti i cittadini sono soggetti alla legge. I magistrati – per definizione – rispondono solo alla legge. Oggi una norma ci dice (ci ha rammentato) che la pronunzia della Corte di Cassazione, con cui si è respinto il ricorso dei legali dell'onorevole Genovese, fotografa una situazione precedente. Pertanto, siccome il giudice che mesi e mesi orsono aveva disposto sulla non permanenza in carcere aveva sbagliato…

Occorre rimediare riportandolo in cella. Solo che non si tratta di una sentenza nel merito della innocenza o della colpevolezza, ma di una sentenza sull'applicazione o meno di una misura atta a evitare durante il periodo di indagini che si potessero inquinare le prove. Tuttavia, il dato è notificato oggi a un cittadino a cui avantieri si era detto altro (e cioè resta a casa, non ti muovere … ma incontrati con chi vuoi).
Vi è un'evidente distorsione nel sistema che neppure chi mastica di procedura penale riesce logicamente (oserei dire umanamente) a digerire. Pertanto, la vicenda assume contorni paradossali, assurdi, abnormi. Qualcuno, accecato da rancore o risentimento, eccepisce che a Francantonio Genovese giustamente è stato riservato lo stesso trattamento che è praticato a un comune cittadino. Ed è proprio questo il punto che politicamente deve invece emergere. Ciò che è successo a Francantonio Genovese non doveva accadere a lui come a nessun altro cittadino. 
E così come per qualunque altro cittadino si pone il problema di una corretta applicazione di misure cautelari personali onde evitare che il sospetto, l'emenda morale, il quadro indiziario, il pregiudizio sulla condotta di un qualunque cittadino sia accompagnata da una sanzione effettiva (reale e afflittiva) a prescindere (cioè prima) di una sentenza che potrebbe essere anche di assoluzione.
Quando un di garanzia si trasforma nell'immaginario collettivo in condanna, il passo per la consacrazione di uno Stato di polizia è breve. Quando una persona indagata è per definizione colpevole il clima di caccia alle streghe diventa stagione unica. Francantonio Genovese è stato eletto sindaco, deputato regionale, parlamentare nazionale, segretario regionale del PD.
La critica o la stessa bocciatura sull'operato dell'amministratore e del legislatore ci può anche stare. Il terreno democratico si misura in preferenze e consensi. Ma non è questo il punto. Così come non è in discussione l'operato dei magistrati. Il tema è che la procedura sul punto si è rivelata incivile e si è rivelata vile.
Il silenzio su ciò a cui si va assistendo non può essere accettato perché è come arrendersi a una barbarie, a una crudeltà, a un'ingiustizia inaccettabile per Francantonio e per ogni cittadino, più o meno ricco, più o meno famoso, più o meno potente. Un PD sostanzialmente o tatticamente assuefatto all'andazzo su un tema così delicato, connesso al contemperamento tra esigenza di difesa sociale e tutela della libertà personale, è indegno di proporsi come forza popolare e riformista”.

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