#Messina. I fari della magistratura calabrese su giornalisti messinesi

Tribunale giustiziaQuello che non va bene per l'Ordine dei Giornalisti di Sicilia, va bene per l'Ordine della Calabria. Sono i misteri del giornalismo italiano, nonostante le tante Carte approvate negli anni, con regole che dovrebbero essere uguali per tutti. A partire dall'accesso alla professione. A fare ordine ci pensano allora la magistratura di Reggio Calabria e quella di Catanzaro, con ben due procedimenti aperti nei confronti di alcuni giornalisti messinesi, tra cui anche Valeria Arena, addetta stampa del Policlinico di Messina dal 2011 al 2015. Giornalisti che, non essendo riusciti a ottenere l'iscrizione all'Albo in Sicilia perché la testata che li aveva presentati non era iscritta al Tribunale, hanno pensato bene di trasferire la residenza lavorativa presso una compiacente tipografia di Villa San Giovanni.

Inchieste nate dalla determinazione di un giornalista professionista di Messina, Gianluca Rossellini, che davanti agli sconcertanti bandi del Policlinico peloritano per un posto da addetto stampa (lui aveva ricoperto invece il ruolo di portavoce ed esperto della comunicazione tra il 2006 e il 2010) ha deciso di andare avanti fino in fondo nonostante l'apparente distrazione della magistratura messinese. Che comunque, all'inizio del 2016 ha aperto un'inchiesta sui bandi per selezionare l'addetto stampa del nosocomio universitario che vede coinvolte, poi vedremo a che titolo, le giornaliste Valeria Arena, Alessandra Ziniti e Laura Oddo e la dirigente Giuseppa Sturniolo.

Tre i bandi presi in esame (nel 2011, 2012 e 2015, ma quest'ultimo è stato sospeso), oltre a una proroga, anche questa illegittima, nel 2014, alcuni mesi prima che scadesse l'incarico della Arena. Una storia complessa, come molte in riva allo Stretto, con tanti pezzi da incastrare per avere una visione chiara di come agiscono i centri di potere. Silenziosamente, muovendo le pedine giuste e contando sull'arrendevolezza dei vasi di coccio di manzoniana memoria.

Questa volta però, il vaso di coccio Gianluca Rossellini non si è arreso e ha deciso di fare luce su come Valeria Arena, la cui pratica di iscrizione all'albo dei pubblicisti è stata bocciata nel 2006 dall'Ordine siciliano e che da gennaio di quest'anno è addetto stampa dell'ASP di Biella, sia riuscita a vincere due volte di seguito un bando del Policlinico di Messina per addetto stampa, che disattendeva quanto previsto dalla legge 150 del 2000.

“Penso che qualsiasi persona abbia il diritto, dopo anni e spese onerose, di ottenere una sentenza di merito -dichiara Rossellini. Dopo cinque anni, sia in ambito amministrativo che penale, non è ancora mai stata affrontata una discussione su quanto accaduto. I fatti si svolgono nel 2011 e nel 2012, quando ho partecipato a due concorsi per l'incarico di addetto stampa dell'azienda ospedaliera Policlinico di Messina -racconta il giornalista. Non ho vinto in entrambe le selezioni, ma avendo notato delle abnormi irregolarità le ho denunciate alla magistratura.

Per il primo concorso ho presentato un ricorso al TAR di Catania nel luglio del 2011 per ottenere, in base ad alcuni elementi, una nuova graduatoria. Il tribunale amministrativo si è dichiarato incompetente per giurisdizione, indicando come competente il giudice ordinario. Mi sono rivolto quindi a quest'ultimo, che a sua volta si è detto incompetente rimandandomi al TAR. Presento allora appello alla sentenza del TAR al Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Sicilia. Quest'ultimo mi ha concesso in un primo tempo la sospensiva e poi ha annullato la sentenza di primo grado per un errore procedurale del giudice, senza specificare però ancora la giurisdizione, obbligandomi a presentare un altro ricorso al TAR di Catania, che si è dichiarato nuovamente non competente.

Ripresento appello al CGA di Palermo -prosegue Rossellini- che questa volta si è dichiarato competente e mi ha rimandato al TAR. Pensavo di ottenere finalmente una sentenza, ma il tribunale amministrativo dice che è cessata la materia del contendere e che non può decidere. D'altronde, essendo ormai terminato da tempo l'incarico annuale del concorso, anche se vincessi in giudizio non potrei essere reintegrato in servizio. Le responsabilità per questo ritardo sono da attribuire soltanto ai giudici, ma loro non pagano mai.

Il mio avvocato presenta un altro ricorso al TAR di Catania per chiedere almeno che sia riconosciuto chi aveva ragione e, in caso di sentenza positiva per me, mi sia riconosciuto un risarcimento. Da più di un anno aspetto la data dell'udienza.

Nel frattempo, inizia un'altra traversia giudiziaria analoga per il secondo concorso del 2012, vinto sempre da Valeria Arena. Anche questa volta faccio ricorso al TAR di Catania che, ancora una volta, si dichiara incompetente. Sono fiducioso per il successivo appello al CGA, che per il bando del 2011 (identico a quello del 2012) aveva dichiarato di essere competente. Inaspettatamente, però, i giudici del Consiglio di Giustizia Amministrativa smentiscono se stessi e si dichiarano incompetenti. Il mio legale, l'avvocato Lillo Musso, decide di ricorrere alla Cassazione in menrito alla giurisdizione. Dopo anni, la Cassazione dichiara che è competente il giudice ordinario.

A questo punto, presento ricorso a quest'ultimo giudice e anche in questo caso ho chiesto un risarcimento. Dopo cinque anni c'è dunque un ricorso per il primo concorso del 2011 che è ancora pendente al TAR e quello per il secondo concorso del 2012 davanti al giudice ordinario. Nessuno dei due è entrato nel merito. Sempre nel 2011 ho poi presentato 4 denunce penali per i 2 concorsi e i PM di Messina ancora indagano. Per il bando del 2011 hanno individuato degli indagati, anche se i reati vanno verso la prescrizione. Per quello del 2012 invece, pur avendo io fatto i nomi di chi ritengo sia responsabile di alcuni reati, l'indagine è ancora verso ignoti.

L'ultima denuncia l'ho depositata lo scorso anno per un terzo concorso simile agli altri due, sempre al Policlinico. Che però non si è mai svolto perché il terzo bando, quello del 2015, è stato bloccato subito anche grazie a una mia nuova denuncia, presentata a più Procure per le loro competenze territoriali.

Tuttavia, mentre la Procura di Reggio Calabria ha già individuato degli indagati, a Messina non si riescono a individuare né i reati né i responsabili. Ci tengo a precisare -conclude Rossellini- che nessuna di queste denunce  è stata archiviata e, anche in questo caso, è come se la storia rimanesse nel limbo della giustizia”.

Una vicenda dal sapore kafkiano, che si gioca tutta sulle decisioni della magistratura. Intanto, è bene sottolineare chi erano i componenti le due commissioni del Policlinico che hanno avallato per ben due volte la vittoria di una giornalista pubblicista rispetto a un professionista. La commissione che ha assegnato il posto a Valeria Arena nel 2011 era composta da Alessandra Ziniti (giornalista della redazione palermitana de La Repubblica), Laura Oddo (capo ufficio stampa dell'ISMETT di Palermo) e Giuseppa Sturniolo (responsabile delle Risorse Umane del Policlinico di Messina). A far parte della commissione del 2012 furono invece chiamati Francesco Pira (docente della Facoltà di Lettere di Messina), Domenico Ferrara (cronista de IlGiornale.it e collega di master del figlio di Gaetano Pecoraro, ex direttore generale del Policlinico di Messina) e la dirigente Giuseppa Sturniolo. A concedere la proroga nel 2014 Giuseppe Pecoraro, Giuseppa Sturniolo, Paolina Reitano (all'epoca direttore sanitario del Policlinico di Messina e oggi dell'ospedale Papardo) e Michele Vullo (allora direttore amministrativo del Policlinico di Messina e oggi direttore generale dell'ospedale Papardo).

Chicca finale: nel 2014 Valeria Arena ha anche vinto un premio come addetto stampa dell'anno per la categoria pubblica amministrazione, sanità e società partecipate. Il riconoscimento, promosso dal Gruppo Uffici Stampa Sicilia (GUS), le è stato consegnato durante una cerimonia alla presenza dei rappresentanti dell'Associazione Siciliana della Stampa, del Comune di Bagheria, dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia e dello sponsor Unicredit.

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.

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