#Messina. Caso di favismo a San Filippo Inferiore

Gli agenti della Polizia e gli organi di vigilanza dell'Azienda Sanitaria Provinciale  sono stati incaricati del controllo e dell'esecuzione dell'ordinanza del sindaco Renato Accorinti, che vieta la coltivazione di leguminose fresche (fave e piselli) per un raggio di 300 metri in linea d'aria e la vendita in forma sfusa per un raggio di 150 metri dalla residenza di una cittadina  affetta da favismo, in via Libertà n. a San Filippo Inferiore.

E' inoltre prevista l'estirpazione e la distruzione delle piantagioni di leguminose già sviluppate eventualmente presenti. La vendita di leguminose fresche, preconfezionate in sacchetti sigillati, nel raggio di 150 metri dall'abitazione, può essere effettuata solo a condizione che nell'esercizio commerciale, anche ambulante, sia esposto, bene in vista, un cartello che segnali al cittadino a rischio di crisi emolitica da favismo la presenza nel locale di leguminose fresche.

Nei confronti dei contravventori è prevista la denuncia all'Autorità giudiziaria (art. 650 del Codice Penale). Si ricorda che in tutti gli esercizi cittadini, che commercializzano fave e piselli freschi, è obbligatorio apporre bene in vista ed all'ingresso idonei cartelli che riportino in modo visibile, chiaro e leggibile, la dicitura “Attenzione zona rischio di crisi emolitica da favismo, derivante dalla vendita di leguminose fresche (fave e piselli) sfuse”, come previsto dal provvedimento sindacale n. 59 del 23 2012.

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