Messina, capitale siciliana dell’editoria

anticastamperiaGrazie a congegni come ipod, iphone, computer portatili ed altri apparati tecnologici, possiamo un libro o un giornale su supporti video, portandoci in tasca un'intera edicola o, meglio ancora, una biblioteca. Fino a pochi anni fa, però, tutto ruotava ancora intorno alla vecchia e cara carta stampata, figlia di una delle invenzioni più rivoluzionarie delle età moderna e contemporanea, la stampa a caratteri mobili.

La geniale intuizione di Johan Gutemberg, applicata per la prima volta a Magonza nel 1440, dilagò velocemente (per l'epoca) in tutta Europa, abbassando notevolmente i costi dei volumi un tempo manoscritti. Ovviamente, la nuova tecnica si diffuse ben presto anche in Sicilia e nella nostra città, dove approdò intorno agli anni '70 del XV secolo. Diverse teorie e resoconti storici si accavallano l'uno con l'altro, ma secondo la voce più autorevole, il primo libro della “nuova era” stampato a Messina venne alla luce il 14 del 1478.

Giuseppe Mira, autore del “Manuale teorico-pratico di bibliografia”, riporta: “…l'edizione messinese della Vita di S.Girolamo fu stampata da Enrich Alding il 14 aprile del 1478, data del primo libro stampato in Messina con data certa, che senza verun dubbio in tale anno stabilisce l'età dell'introduzione della stampa in Messina”. In effetti, il testo si chiude con la dicitura: “Finita è questa opera nela magnifica cità Messina di Sicilia per Mastro rigo da lamania con diligentissima emendacione nel annus domini 1478 a di 14 april”. cartinamessina

Nonostante queste importanti attestazioni, sono molteplici le teorie che anticiperebbero questa data al 1473, anche se non ci sono sufficienti prove a sostenerle. Con tutta probabilità, queste voci rientrano nel secolare conflitto che allora Messina disputava con Palermo per lo status di città più importante della Sicilia. Esiste un testo, infatti, che secondo gli studi più accreditati fu stampato nel capoluogo siciliano nel giugno del 1473. Anticipare dunque di cinque anni la data del volume peloritano, avrebbe consentito a Messina di impadronirsi dell'introduzione della stampa in Sicilia.

Al momento, comunque, la data più certa è senza dubbio quella riportata dal Mira, che nella sua opera non manca di rimarcare l'importanza di Enrich Alding, uno degli stampatori più importanti del periodo, e del suo idilliaco rapporto con la città dello Stretto. Proprietario di alcune stamperie a Roma, l'editore tedesco decise di espandere la propria attività in Sicilia, scegliendo Catania come sede principale. La mancanza di commesse ed il disinteresse mostrato dall'amministrazione del centro etneo, indussero Alding a rivolgersi al Senato di Messina che non solo accolse il tipografo in città, ma fornì a spese della comunità una vasta bottega al confine con l'antico ghetto ebraico, tra l'attuale Tribunale e piazza Pugliatti.

Dopo l'arrivo di Alding, e questo è certo, Messina soppiantò Palermo nella stampa di testi, raccogliendo commesse da tutta la Sicilia. In quegli anni, sono numerosi i volumi che recano la scritta: “Nobili in urbe Messana per Enricum Alding”, con cui lo stampatore tedesco era solito chiudere le sue opere. Tra i vari primati che la nostra città ebbe nel corso della sua e che gli attuali cittadini sconoscono, c'è anche quello di capitale siciliana dell'editoria, mantenuto senza soluzione di continuità fino ai primi anni del XX secolo.

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