Manovra, Armao: “Correzioni o ricorreremo alla Corte Costituzionale”

“E' certo che la situazione del debito e, in generale, quella economico-finanziaria del Paese necessitano di drastiche misure di contenimento della spesa e di dei conti. E' del tutto ingiustificato, invece, che il peso maggiore in termini di tagli si faccia gravare ancora sulle Regioni a statuto speciale (in questa manovra, come in
quella precedente di luglio), ed in particolare su quelle del Mezzogiorno”. Lo afferma l'assessore all'Economia della Regione Siciliana, Gaetano Armao, in un documento depositato alle Commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato.
“Se tali congiunture fossero state tempestivamente avvertite, avrebbero dovuto indurre all'adozione di tali misure di riequilibrio gia' da tempo, evitando di intraprendere la strada di un improbabile e rabberciato federalismo fiscale che – prosegue – rischia di risultare ormai solo di facciata, non essendo praticabili i meccanismi perequativi. Come ribadito insieme agli altri esponenti delle Regioni speciali, senza un riequilibrio degli oneri a carico delle autonomie differenziate ed una clausola che ne salvaguardi le prerogative statutarie saremo costretti ad
impugnare la manovra. Questione – precisa Armao nel documento – gia' condivisa dalla Commissione Affari Costituzionali nel parere sulla manovra reso ieri pomeriggio”.
Da quanto emerge dalla nuova manovra governativa si aggiungono ulteriori 1,6 miliardi di tagli circa per i prossimi due anni a carico di Regione ed enti locali siciliani (800 per il 2012 e 400 per il 2013, oltre a quelli direttamente incidenti sulle autonomie locali della Regione), che si sommano cosi' a quelli gia' previsti dalla manovra di luglio e corrispondenti nel 2012 a 471 milioni e nel 2013 ad 869 milioni per la Regione, ed almeno 200/250mln per gli enti locali siciliani. Ne discende che per i prossimi due esercizi i tagli di spesa, se correlati ai minori trasferimenti,
raggiungono i quattro miliardi di euro.
“Questa manovra – continua l'Assessore Armao – e' un peso insostenibile per la Regione e per l'economia siciliana, al quale, peraltro, si accompagna il rischio di rallentare anche la spesa europea (che al contrario necessita di una accelerazione),
comprimendo la possibilita' del necessario cofinanziamento regionale e quindi svolgendo un effetto depressivo.” Per la Regione Siciliana il decreto legge 138/2011 (la cosiddetta manovra bis) manifesta molteplici profili di illegittimita' costituzionale per violazione degli articoli 117 e 119 della Costituzione e di diversi articoli (14, 15, 17, 36, 37 e 43) dello Statuto regionale siciliano e delle relative norme di attuazione
dello Statuto in materia finanziaria.
“Il decreto legge – prosegue -, che incide su molteplici disposizioni che assegnano alla potesta' legislativa primaria (o esclusiva) materie quali l'ordinamento delle autonomie locali, l'organizzazione amministrativa o concorrente quali il commercio e
le attivita' produttive, non contempla alcuna clausola di salvaguardia delle prerogative regionali, neanche temporalmente delimitata. Con l'implicita conseguenza di determinare il sostanziale azzeramento delle competenze attribuite dalla Costituzione”.

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