Libri. La Shoah protagonista del nuovo lavoro letterario di Marinella Tumino

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Marinella Tumino

RAGUSA. Marinella Tumino è una scrittrice (il suo ultimo lavoro, Trame d'inchiostro – Racconti e oltre è del 2015, ma prima ci sono Quel treno per la Polonia, Frammenti d'anima e i racconti La soffitta incantata, A piccoli passi, Nonna raccontami una storia, e Sogno clandestino) ma è anche un'insegnante di scuola superiore. Ed è proprio immaginandocela in queste vesti che ci piace leggere il suo ultimo lavoro, L'urlo del Danubio, Viaggio dell'anima sui binari della memoria storica in uscita tra qualche giorno per i tipi di Operaincerta Editore. Perché, usiamo le sue parole, “Tocca a noi adulti (genitori, insegnanti e formatori) educarli [i giovani] e guidarli per creare tutti i presupposti perché essi possano diventare adulti consapevoli, responsabili e attivi nella società civile”.

Il 27 , in occasione della Giornata della Memoria, esce il suo ultimo libro. Che significato ha, oggi, a distanza di oltre 70 anni, scrivere un libro sulla Shoah? “Ritengo che continuare a parlare e scrivere di Shoah possa servire, senza dubbio, a non dimenticare ciò che è stato uno dei crimini più efferati che la storia dell'umanità abbia vissuto anche perché gli ultimi testimoni, in grado di raccontare e raccontarsi, sono quasi tutti scomparsi. Spetta, dunque, ai giovani, adulti di domani, a porsi, in qualità di cittadini attivi e responsabili, attraverso un percorso di formazione storica e l'impegno quotidiano, perché una simile barbarie non si ripeta mai più”.

Il suo è un viaggio immaginario che passa attraverso alcuni luoghi simbolo, da Auschwitz a Birkenau, dalla Risiera di San Sabba ai ghetti di Roma o Ferrara, intervallato da racconti e poesie. Perché hai scelto di raccontare quel periodo in questo modo? “Mi piace molto sperimentare generi e stili. In quest'opera per la prima volta ho utilizzato più generi letterari (dal saggio storico al racconto e ai versi poetici). A dire il vero, non è stata una scelta mirata, ma mi piace pensare che, strutturandola in questo modo, un target di lettori più vasto possa approcciarsi alla e, dunque, al messaggio insito in essa e alla conseguente riflessione”.

Lei è anche un'insegnante, quindi a contatto quotidiano con i giovani. Che idea hanno le nuove generazioni di quegli anni? “Spesso i miei studenti mi chiedono a cosa possa servire studiare la storia. Sono davvero pochi gli appassionati di questa disciplina, ma quando in classe affrontiamo le tematiche del Novecento, rimangono totalmente affascinati e pongono domande, le più disparate. Si soffermano spesso sul perché sia avvenuto un misfatto così spietato e disumano, su come l'uomo abbia potuto uccidere, violentando la dignità umana con tanta superficialità. Credo che i giovani, che spesso si mostrano coriacei e apatici, siano invece molto sensibili e fragili. Tocca, quindi, a noi adulti (genitori, insegnanti e formatori) educarli e guidarli per creare tutti i presupposti perché essi possano diventare adulti consapevoli, responsabili e attivi nella società civile”.

Da oltre mezzo secolo, almeno noi europei (eccezion fatta per i Balcani), per fortuna, non viviamo una guerra. Crede che in futuro potrà ripetersi quello che hanno vissuto i nostri padri e i nostri nonni? “La storia ci insegna che nulla è scontato e che viviamo in un mondo vittima di un equilibrio precario dove il desiderio di conquista e di superiorità degli uomini verso il più debole è sempre in agguato. Basta, dunque, un soffio di vento perché possa venir appiccato un fuoco pandemico. È a fronte di questo che noi adulti dobbiamo diventare istruttori di vita ed allenatori di concordia dei giovani”.

Ha scritto racconti, romanzi, saggi, qual è il genere che preferisce? “Ho sempre prediletto leggere e scrivere romanzi. Tuttavia, da alcuni anni ho scoperto la passione per la poesia e i racconti ed è proprio con questi ultimi due generi che partecipo spesso a concorsi letterari che mi hanno dato ottimi risultati e belle soddisfazioni. In più occasioni sono arrivata finalista e in altre ho ottenuto menzioni di merito. Per esempio, due dei racconti inseriti in L'urlo del Danubio, proprio nel 2017, sono risultati finalisti in due concorsi. In uno di questi sono stata premiata in Campidoglio a Roma”.

Ha già iniziato a lavorare al prossimo progetto? Di cosa si tratta? “Ho già finito un sul quale ho lavorato per due anni. Adesso rimarrà un po' in stand by e poi farò una revisione finale. Ho già in mente altri due progetti che spero di riuscire a realizzare”.

 

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