L’Ente Teatro diserta l’incontro alla Regione

“Prendiamo atto dell'assenza dei rappresentanti istituzionali dell'E.A.R. Teatro di Messina (presidente Ordile e soprintendente Magaudda), che da una parte si rivolgono alla deputazione regionale invitandola a supportare, per risolvere, le questioni del Vittorio, dall'altra snobbano questi incontri perché hanno la certezza che padrini politici e vertici delle istituzioni dell'ARS, garantiscono loro immunità rispetto alle incapacità che hanno dimostrato, consentendo loro, tra l'altro, di continuare a sedere sulle loro poltrone e di completare il mandato”.

Inizia così la relazione dell'incontro con la V Commissione dell'ARS, presieduta da Mercello Greco, richiesta dai sindacati SLC Cgil, UILCOM Uil, FIALS Cisal e Sadirs.

Un durissimo atto d'accusa delle organizzazioni sindacali contro i vertici dell'Ente Teatro, che non si sono presentati ad un incontro appositamente convocato. Ordile senza dare spiegazioni, Magaudda inviando una nota nella quale spiegava di non poter essere presente per precedenti impegni.

Il 12 aprile scorso i sindacati avevano richiesto un incontro al presidente della V Commissione per discuter i problemi dell'Ente Teatro. La stessa richiesta è stata inoltrata all'assessore allo Spettacolo Michela Stancheris, che però deve ancora rispondere.

Dopo l'introduzione ai lavori di Greco, presente con altri deputati messinesi all'incontro del mese scorso con la dirigenza dell'Ente Teatro, che ha sottolineato l'esigenza di intervenire rapidamente, i sindacati hanno riassunto gli ultimi avvenimenti.

Le questioni storiche irrisolte e la gestione approssimativa ed insufficiente del gruppo dirigente del Vittorio, sono stati i motivi conduttori degl'interventi delle quattro Organizzazioni Sindacali.

La ricostruzione inizia con il primo presidio, organizzato tra il 23 ottobre ed il 20 novembre, che si è concluso in vista dell'incontro del 22 novembre a Saponara con il presidente della Regione Rosario Crocetta, che in quell'occasione si è impegnato a commissariare il teatro in tempi brevissimi, dando così seguito a quanto era iniziato con il suo predecessore L'ombardo, che aveva anche individuato in Fulvio Cintioli il commissario straordinario.

Crocetta dà prova di pessima memoria e così il 7 gennaio inizia un altro presidio. Siamo sotto elezioni, le Politiche incalzano e tre giorni dopo, i sindacati ed una delegazione di lavoratori incontrano il presidente della Regione a Catania, insieme ai lavoratori della Birra Triscele. Anche in questo caso baci, abbracci e ampie rassicurazioni.

Nel frattempo il Consiglio di Amministrazione dell'Ente Teatro ci mette del suo e il presidente Ordile fa saltare due incontri con SLC Cgil, UILCOM Uil, FIALS Cisal e Sadirs. Il terzo incontro si risolve in un nulla di fatto, con posizioni distanti anni luce.

“La presidenza -ricorda Pippo Di Guardo, segretario generale della SLC CGil di Messina- comunica l'istituzione di un tavolo permanente con altre organizzazioni sindacali per risolvere le questioni storiche oltre all'ordinaria amministrazione. Ad oggi non vi è alcuna risoluzione dall'inesistente ed inconcludente tavolo, possiamo chiedere ai colleghi di Fistel Cisl eventuali conferme. Un altro palese esempio di incapacità è l'aver presentato a dicembre la stagione di musica, mentre solo il 29 gennaio si potranno effettuare gli . E questo solo dopo le nostre denunce”.

Il 31 gennaio i sindacati scrivono una lettera aperta alla città per denunciare l'immobilismo in cui versa l'Ente. Pochi giorni dopo, in pieno tour elettorale, Crocetta è a Messina e durante una manifestazione al conferma sia in pubblico che in privato la volontà di risolvere i problemi dell'Ente, commissariandolo. Il 6 febbraio si sospende il secondo presidio.

Alle Politiche Crocetta prende una batosta di quelle che non si dimenticano e la vertenza mai chiusa dell'Ente Teatro scivola nell'oblio. Intanto la produzione del Rigoletto arriva in porto tra mille polemiche e con la defezione del Maestro Nino Fogliani, sostituito pochi giorni prima. Da metà marzo, consapevoli che dal presidente della Regione c'è ben poco da aspettarsi, lavoratori (senza stipendio da due mesi) e sindacati danno il via ad un'altra ondata di proteste e la prima del Rigoletto salta.

Il 3 aprile la vice presidente Daniela Faranda, saluta e se ne va. Non prima però di aver inviato alla stampa una durissima nota nei confronti della gestione del presidente Luciano Ordile, che fugge davanti alle telecamere rifiutando qualsiasi confronto con i giornalisti che chiedono risposte.

Il 19 aprile, dopo la decisione dei vertici di anticipare la chiusura della stagione per i previsti tagli annunciati dalla Regione, i sindacati ed i lavoratori organizzano una fiaccolata di protesta. Pochi giorni dopo l'assessore  Stancheris chiama a rapporto i vertici dei teatri siciliani per comunicare come e dove si taglierà e il 26 aprile convoca anche le organizzazioni sindacali.

“E mentre in tutti i teatri sono stati pianificati incontri tra sindacati e la dirigenza – accusano i i segretari generali di SLC Cgil, UILCOM Uil, FIALS Cisal e Sadirs Pippo Di Guardo, Antonio Di Guardo, Carmelo Tavilla e Osvaldo Smiroldo- a Messina, a tutt'oggi, non è stato programmato alcun incontro da parte del presidente e del sovrintendente e le comunicazioni continuano ad essere interrotte e limitate. Senza risposta anche le note inviate per recuperare i pacchiani errori di attribuzione di voci di poste sui bilanci, riferite ai costi del personale (grazie alla quale per merito nostro il teatro ha avuto altri  900 mila euro), quella di diffida per evitare il rinnovo di contratti di consulenze dell'Ente in scadenza e quella che abbiamo inviato per fare chiarezza rispetto alla programmazione degli spettacoli per la stagione 2013, che l'Ente intenderebbe adottare. nesuna reazione anche alla nostra proposta di rilancio, articolata in dieci punti e presentata il 6 maggio scorso”.

Peraltro, visto che uno dei membri del CdA, Carmelina David, si presenta alle prossime amministrative con l'UDC e che si prevedono le sue dimissioni visto che i due ruoli sono incompatibili essendo la sua nomina all'interno del Consiglio di Amministrazione di natura politica, con due soli componenti rimasti (Ietto e Ricevuto) l'organo non potrebbe più deliberare.

“Ma c'è anche il recente rinvio a giudizio del soprintendente Magaudda su questioni gestionali dell'Ente -spiegano i sindacati. Riteniamo che un rinvio a giudizio non significhi in alcun modo condanna, ma riteniamo quanto mai opportune le immediate dimissioni perché l'imputazione è inerente all'attività che ha svolto.

Ribadiamo la necessità di avere una nuova dirigenza che sia all'altezza del ruolo che le sarà assegnato. Presidente, soprintendente e CdA facciano della competenza il filo conduttore dell'azione di rinascita dell'Ente. Servono subito Pianta Organica, equiparazione del personale ai ruoli regionali, del personale precario da anni, l'inclusione di artisti in organico (l'Ente Teatro di Messina è l'unica struttura a non avere in organico musicisti o artisti in genere), ed un progetto di rilancio e di sviluppo del Teatro per nuovi e sfidanti obiettivi di crescita.

Noi ed i lavoratori, in organico e precari, non ci fermeremo con le proteste e con le denunce, fino a quando non si creeranno le condizioni che abbiamo descritto nel nostro progetto di massima. Siamo disponibili a metterci attorno ad un tavolo con dirigenti competenti e capaci per realizzare quanto abbiamo esposto. Adesso tocca alla politica mettere in campo tutte le azioni necessarie a far rinascere il teatro Vittorio Emanuele. Noi già ci siamo. E voi?”.

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