Le tue parole fanno male

Giulia Arcovito
Giulia Arcovito

Cresce l'attesa per l'uscita dell' iPhone 6, prevista in Italia per il prossimo 26 settembre.

Per tenere a bada l'eccitazione, qualche giorno fa è stato ufficialmente rilasciato il nuovo sistema operativo per dispositivi Apple iOS 8 (da notare ancora una volta il malcelato riferimento al nostro pronome personale preferito, del quale ho parlato anche qui).

Tra le principali novità, il sistema di scrittura predittiva: mentre componi un messaggio o un'email, il tuo telefono o iPad ti suggeriscono una serie di parole tra cui scegliere per completare il concetto che stai esprimendo.

Una sorta di evoluzione del vecchio “metodo intuitivo” che, come è noto, in realtà non ci ha mai capito una miccia (volevo scrivere un'altra parola, ma per fortuna  il T9 ha capito male).

Sul sito Apple il nuovo software è descritto con toni entusiastici e parole scelte con minuziosa cura, quasi sicuramente da esseri umani in carne e ossa, ché le macchine non sono ancora così subdole.

Procedo dunque con una breve analisi del suddetto testo di presentazione ufficiale del prodotto che contribuirà a rivoluzionare le nostre comunicazioni scritte, nel nome della nostra cara amica pigrizia intellettuale.

Già nelle prime righe è messo in chiaro che “Scrivere sarà tutta un'altra cosa”. Sì. E nel frattempo Alighieri si rivolta nella tomba. Quanto tempo sprecato arrovellandosi per trovare le parole giuste per esprimere le più profonde verità sul mondo e sopravvivere attraverso i secoli, quanto.

Ma attenzione: “iOS 8 sa quello che vuoi dire, perché sa a chi lo vuoi dire”. Cavolo, questo sì che è essere saccenti. Di più, “mentre scrivi, iOS 8 ti suggerisce parole ed espressioni che potresti avere in mente”. Un po' come il secchione del primo banco che mentre sei interrogato in italiano non resiste all'impulso di anticipare tutte le tue risposte. (Nove su dieci le sbaglia, ma non importa: il punto è che deve farsi bello davanti al Professor Samsung, che sono anni che cerca di sminuirlo.)

Mentre a te è tolto il privilegio di metterci del tuo, iOS 8 anche detto il primo della classe sa come scrivi i messaggi, sa come componi le email, capisce a chi stai scrivendo” e, udite udite, “padroneggia anche l'argomento”. Infatti, come subito dopo è precisato, “capisce se ti stanno facendo una domanda, e prima che tu inizi a scrivere ti suggerisce risposte come Sì o No” – così poco, iOs 8? Da uno come te mi sarei aspettata almeno una dissertazione sul pensiero politico di Machiavelli o perlomeno un trattatello sulla potenza semantica dell'emoticon a forma di cuore.

Ma  il vero tratto rivoluzionario della faccenda è che “ora puoi comporre intere frasi con pochi tap” (tap= colpetto del dito sul touchscreen, ndr). E se lo spessore intellettuale dei nostri pensieri è proporzionale all'impegno che ci viene richiesto per elaborarli, siamo a cavallo.

Detto inter nos, il pensiero si sviluppa di pari passo con la proprietà di linguaggio e cercare di inscatolare il linguaggio equivale a inscatolare il pensiero.

E poi: che ce ne facciamo della scrittura predittiva, quando il bello sta proprio nell'imprevedibile? Ci dicono con orgoglio che “la nostra tastiera diventa più intelligente”. Quello che non ci viene detto, invece, è che nel frattempo noi esseri umani stiamo diventando sempre più stupidi.

Vorrei sapere cosa ne pensano i più grandi parolieri della storia e perciò nomino William Shakespeare, Italo Calvino e Edgar Allan Poe.

Play https://www.youtube.com/watch?v=R5WzZ6oHhkE

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