Le imprese vinicole amano il rosa

vinodonneLo hanno apprezzato in maniera discreta per secoli, ma adesso sono uscite allo scoperto e quanto a competenza e organizzazione danno parecchi punti agli uomini. Regno incontrastato del cosiddetto sesso forte, negli ultimi decenni le donne sono entrate in punta di piedi in molti dei “sancta sanctorum“ dell'enologia italiana e adesso ne tengono saldamente le redini in mano.

Sicuramente l'atteggiamento femminile nei riguardi dell'universo enologico è altra cosa rispetto a quello maschile. Forse più cura nei dettagli, nei particolari, una maggiore passione, nata anche da secoli di marginalità. Chissà. In effetti oggi le donne che si dedicano al vino sono fortemente scolarizzate, preparate, agguerrite. Non sono più le contadine che si limitavano a raccogliere l'uva tra i filari e a pestare dentro tini. Sono numerose e portano avanti e gestiscono aziende vinicole in tutta Italia.

“Donna Sommelier“, associazione a livello europeo che punta al rafforzamento ed alla valorizzazione del patrimonio vitivinicolo, ha preparato un report sulle imprenditrici che producono e coltivano uva di qualità.

L'indagine, condotta da Metis Ricerche in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino, ha rilevato 30 mila imprese femminili attive. Dove per attive si intende aziende in cui più della metà dei dirigenti è una donna. In pratica, un terzo delle imprese del settore, concentrate soprattutto in Sicilia, Piemonte e Veneto.

Quasi tutte coltivano uva ed il 20% di loro è anche produttrice di vino. E di solito si tratta di prodotti di pregio: il 62% coltiva uva per vini D.O.C. mentre il 13% utilizza metodi biologici, soprattutto nell'Italia insulare. L'86% delle imprenditrici intervistate è direttamente impegnata nell'attività produttiva dell'azienda, mentre il 50% si occupa anche della parte amministrativa e di quella commerciale.

E nonostante un tessuto produttivo decisamente desolante, la provincia di Messina è una delle maggiori produttrici di vino al femminile, dove si distinguono aziende di forte spessore come l'Azienda Cambria di Furnari, La Cantina Colosi di Salina e l'azienda del Faro D.O.C.. Imprese nate dal nulla, da piccole coltivazione spesso ereditate e che hanno preso piede nell'arco degli anni, facendosi pubblicità e portando avanti prodotti di qualità, alcuni dei quali esportati in tutto il mondo.

“Sono nel settore da una ventina d'anni -spiega Luisa Colosi, responsabile del settore amministrativo e relazionale dell'azienda di famiglia- e mi sono interessata a questo grazie a mio marito, che si occupa direttamente della vigna e che ha avuto in eredità l'azienda dal padre e dal nonno, il capostipite della nostra produzione. Piano, piano siamo riusciti ad ingrandirci e ad iniziare ad imbottigliare vini per la vendita. Poi abbiamo acquistando die terreni a Salina ed abbiamo attivato anche la produzione di Malvasia. Adesso nell'isola possediamo oltre 10 ettari, mentre a Giammoro abbiamo la sede industriale. La nostra qualità ci ha permesso di avere un ottima rete di agenti in Italia a livello nazionale, mentre all'estero abbiamo degli esclusivisti in Svizzera, Germania, Stati Uniti, Canada e Francia. Tra l'altro non era il mio campo, visto che esco dall'università come interprete, ma ho saputo adattarmi e imparare ad amare questo settore, avendo l'opportunità di conoscere bene varie realtà“.
A quanto pare, le donne sembrano avere un'ottima attitudine verso l'amministrazione ed il settore vinicolo tanto che è ormai riconosciuto che abbiano più „naso“ rispetto agli uomini. Stando a studi recenti infatti, i loro sensi sono molto più affinati e funzionano meglio perché sono messi in moto dalla ricerca di emozioni e dell'eleganza.

A confermare quest'attitudine è sempre Luisa Colosi, che sottolinea: “Noi donne possediamo un'ospitalità nettamente diversa da quella dell'uomo e trasmettiamo nelle nostre cantine la storia del attraverso il vino grazie ad una sensibilità e un'accuratezza spiccata. E' un lavoro bellissimo perché ci dà l'opportunità di essere multifunzionali. Ci troviamo a nostro agio nelle vigne come in ufficio, abituate come siamo a saper fare più cose contemporanemente contrariamente al sesso maschile.“

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