#L’anticospeziale. Vegetariani o erbivori?

Il dottor Giuseppe Di Prima
Il dottor Giuseppe Di Prima

Esiste una ricca letteratura scientifica che dimostra tutti i vantaggi di una dieta verde, tant'è che sono numerosi coloro che si nutrono prevalentemente o esclusivamente di vegetali. Tutti, medici nutrizionisti inclusi, ci consigliano di mangiare frutta e verdure perché fanno bene alla salute, combattono i radicali liberi e contrastano l'insorgere di molte patologie. Però, strano ma vero, gli esseri umani non sono in grado di digerire le verdure. E allora? Dei vegetali noi riusciamo a digerire ed assimilare le preziosissime vitamine, le proteine, i grassi e gli zuccheri ma la parte fibrosa insolubile, la cellulosa, no. Non abbiamo gli enzimi degli erbivori. Eppure, anche la parte fibrosa e insolubile ha una sua utilità: migliora la motilità intestinale e contrasta la stipsi in modo naturale e fisiologico creando una massa che deve essere eliminata. Molti però fanno fatica a digerire le verdure, accusando vari disturbi come gonfiore, meteorismo, dolori addominali.

In queste condizioni, anche la parte buona delle verdure, quella parte normalmente digeribile, è assimilata con difficoltà e in modo parziale. Si parla di malassorbimento. Non è facile porre rimedio a questa situazione se non individuare con tanta pazienza le verdure più responsabili ed eliminarle dal menù. Ma a volte ciò non basta poiché si è già creato un inconveniente che potrebbe portare alla intolleranza alimentare. E' quindi preferibile contrastare il malassorbimento con i nuovi enzimi già in commercio. Per capirci, il nostro intestino potrebbe essere, anche per cause momentanee, irritato, e le fibre non possono creare un effetto lenitivo al loro passaggio.

Tutto ha origine dalla mucosa intestinale, luogo di contatto tra il mondo esterno, rappresentato dagli alimenti ingeriti, e il mondo interno, costituito dal flusso sanguigno. Oltre alla nota funzione digestiva, l'intestino è implicato anche nel ruolo di difesa dell'organismo comportandosi come un filtro selettivo, come separare da un gran mucchio di grano i chicchi sani da quelli scadenti. Più o meno questo è il compito del nostro intestino. La selezione è un requisito imprescindibile per svolgere correttamente le sue funzioni: identificare ogni sostanza presente nel canale digerente, distinguere nutrienti da scorie e accertarsi che solo quanto è compatibile con la salute dell'individuo superi la parete viscerale per entrare da qui nella grande corrente del flusso sanguigno.

La sua struttura, la conformazione della sua tonaca, l'ambiente biochimico del suo lume e i microrganismi che lo popolano, costituiscono un complesso specificatamente finalizzato a svolgere un'adeguata tutela. La barriera selettiva è costituita dalle cellule della mucosa intessute da una fitta rete di specifiche sostanze che intervengono immediatamente per impedire l'erroneo ingresso di sostanze non idonee.

Se la mucosa intestinale rimane integra in tutti i suoi aspetti fondamentali (flora microbica, epitelio, giunzioni serrate e GALT dall'inglese Gut Associated Lynphoid Tissue) l'organismo è protetto dall'ingresso di sostanze dannose. In caso contrario ( anche per irritazione da fibre) possono crearsi le condizioni per l'insorgenza di intolleranze alimentari. Le giunzioni tra le cellule si lassano, le maglie del filtro si allargano e così viene lasciato libero il passaggio a particelle di cibo non completamente digerite, a tossine, a patogeni che fanno il loro indesiderato ingresso nell'organismo. Quando il perdurare di tale stato, giorno dopo giorno supera un certo limite, si scatena l'insorgenza del disturbo, spesso con sintomi difficilmente riconducibili all'alimentazione.

Le ragioni di tale reazione lenta sono imputabili al tipo di anticorpi coinvolti: le immunoglobuline di tipo A e G che avviano una risposta immunitaria costante, di bassa intensità, dando il tempo alle sostanze infiammatorie e agli anticorpi prodotti di raggiungere i più svariati organi e tessuti. All'alterazione della flora microbica concorrono abuso di farmaci e assunzione di cibi sempre più ricchi di additivi, pesticidi, metalli pesanti, stress e molti altri fattori, candida compresa, che alterano l'integrità difensiva incidendo negativamente anche sulla produzione di enzimi digestivi.

La mucosa intestinale è quindi il luogo di partenza delle intossicazioni che coinvolgono anche altri organi come pancreas, fegato e reni. Il maggior carico di lavoro di tali organi li rende meno efficienti con conseguenze negative a carico del sistema nervoso, della pelle, e di altri tessuti che sembrano assolutamente ed erroneamente scollegati dall'intestino e dalla alimentazione.

Condizione indispensabile perché si sviluppi una intolleranza alimentare è quindi l'integrità della mucosa intestinale. Da ciò si comprende che eliminare l'alimento verso cui si è intolleranti non costituisce la soluzione definitiva al problema. Se non si agirà sulle cause e quindi sul ripristino dell'integrità funzionale della mucosa, ci si troverà a combattere con nuove intolleranze, in un circolo vizioso che, alla lunga, potrebbe portare a conseguenze molto più serie. Un notevole aiuto per evitare di irritare con le fibre insolubili il nostro intestino esiste. Sono infatti oggi reperibili in farmacia (o meglio, in erboristeria) fermenti atti a digerire la cellulosa come se fossimo degli erbivori. Tali enzimi, sempre di origine vegetale (fungina) eviteranno di irritare o aggravare una eventuale infiammazione intestinale dando una moderna svolta alle terapie contro il malassorbimento e le intolleranze. Tali enzimi essendo prodotti e messi in commercio da ditte fuori del giro miliardario delle industrie chimico-farmaceutiche, trovano enormi difficoltà a pubblicizzarsi ed essere inseriti nel bagaglio culturale dei medici. Non posso ovviamente riferire qualche nome commerciale, eventualmente solo in privato. Tali enzimi ci permettono di digerire in pieno tutti i vegetali e il nostro organismo avrà così a disposizione al 100% tutto il meglio delle verdure senza eventuali effetti negativi.

Per contattare il dott. Di Prima, farmacista e naturopata, scrivete a: anticospeziale@virgilio.it

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