La Venere di Morgantina torna a casa

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La Venere di Morgantina
La Venere di Morgantina rientra in Sicilia. Ieri pomeriggio, dopo le operazioni doganali all'aeroporto di Fiumicino, la statua è stata imbarcata su una nave diretta a Palermo. Stamane, subito dopo l'arrivo. la Venere sarà trasferita al museo archeologico di Aidone.

“Il montaggio della statua inizierà lunedì prossimo -spiega Enrico Caruso, direttore del museo. Contiamo di posizionare la statua nella sua sede definitiva in un paio di giorni, al massimo entro giovedì”. Tutto pronto, dunque, al museo di Aidone, come conferma lo stesso Caruso: “Ci sono alcuni dettagli da definire -puntualizza- ma ci siamo preparati al meglio. Ai visitatori proporremo un abbinamento suggestivo. Nella sala che ospiterà la Venere ci sarà anche un'altra statua, quella di una musa, datata III secolo a.C. Proprio dal confronto con il materiale con cui è stata realizzata questa opera gli studiosi sono riusciti a stabilire che la Venere e la musa provenivano dalla stessa zona della Sicilia”. Caruso ha sottolineato anche “la grande disponibilità dei responsabili del Getty Museum. “A giugno -aggiunge Caruso- torneremo a Los Angeles perché nell'ambito degli scambi previsti dalla convenzione per la restituzione delle opere trafugate porteremo negli Stati Uniti una collezione di oggetti provenienti da Morgantina che saranno collocati al posto della Venere nella sala degli Dei del museo californiano”.

Soddisfatto anche l'assessore ai Beni Culturali Sebastiano Missineo. “Finalmente la Venere è tornata a casa -dichiara. Siamo contenti e pronti ad accoglierla come merita. Il contesto in cui sarà collocata la statua sarà degno della sua bellezza: la sala del museo di Aidone, a lei interamente dedicata, è stata realizzata per trasmettere ai visitatori le emozioni che solo un'opera d' come la Venere può offrire”. Missineo ha anticipato che “stiamo preparando una serie di iniziative per valorizzare la Venere, sin dal giorno dell'inaugurazione al pubblico, dal punto di vista culturale e turistico. Ovviamente non potremo risolvere tutti i problemi in un mese, ma insieme agli enti locali intendiamo costruire un progetto che porti alla nascita del distretto greco-romano che comprenda Morgantina, Aidone e la Villa del Casale”.

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La Venere alla dogana di Roma

L'Afrodite o Venere di Morgantina fu trafugata nel sito archeologico nei pressi di Aidone tra il 1970 e il 1980, probabilmente a San Francesco Bisconti, area contrassegnata dalla presenza di sacelli arcaici (piccole aree recintate e senza coperture, situate intorno ad un altare) e da rinvenimenti di frammenti di statue in
terracotta a grandezza naturale. Agli inizi degli anni '80 la statua, tranciata in tre parti, fu venduta dal ricettatore ticinese Renzo Canavesi al londinese Robin Symes, che nel 1986 la rivendette al Paul Getty Museum. L'accordo siglato a Roma il 25 settembre del 2007 tra il ministero dei Beni Culturali, l'assessorato dei Beni culturali della Sicilia ed il Getty Museum ha concluso la lunga e complessa vicenda giudiziaria e diplomatica. Il museo americano ha riconosciuto la fondatezza dell'azione del Governo italiano grazie anche alle analisi che hanno dimostrato che il tufo dal quale la statua stata ricavata proviene dall'area archeologica del fiume Irminio.

La Venere è alta 2,20 metri e si presenta con il corpo panneggiato e con tracce di pigmenti rossi, blu e rosa. Per le parti nude del corpo – viso e braccia – è stato utilizzato marmo bianco dell'isola di Paro. Per l'uso di diversi materiali, la tecnica utilizzata è la “pseudo-acrolitica”, già sperimentata in Magna Grecia e soprattutto in Sicilia, anche per la realizzazione delle metope del tempio E di Selinunte (450 a.C.).

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La Venere pronta per essere imbarcata per la Sicilia

Potrebbe essere stata scolpita in Sicilia da un artista attico della cerchia di Fidia. La statua fu realizzata per essere esposta al centro di un ambiente, a tutt'oggi non identificato. Il confronto più immediato con la Venere è quello con un'Afrodite dell'agorà di Atene (circa 410 a.C.). Dopo l'identificazione della statua da parte degli esperti del Getty Museum come “probably Afrodite” gli studiosi hanno riconosciuto in essa Demetra o Kore. Campagne di scavo condotte negli anni '80 dalla Soprintendenza archeologica di Agrigento, allora competente per territorio, confermarono oltre che a Morgantina la presenza di un'area sacra a Cozzo Matrice, nei pressi del lago di Pergusa, dove le fonti storiche dello stesso periodo localizzavano il mitico rapimento di Kore da parte di Ades, dio degli Inferi.

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