La medicina naturale – seconda parte

medicinanaturalePer individuare basi ancor più solide e consistenti all'arte della fitoterapia e della medicina in generale, conviene volgere lo sguardo ad Oriente deve, a partire dal 6500 a.C., si vanno a formare nelle regioni dello Yangzi e del Fiume Giallo le prime culture che, unite, daranno forma e vita all'impero cinese. Qui, con millenni di anticipo rispetto al mondo occidentale, fiorì una civiltà grandiosa e illuminata, nella cui culla nacquero e furono messe a punto alcune tra le invenzioni più determinanti e rivoluzionarie per la storia del'umanità.

L'intuizione e l'inventiva cinese si declinarono ovviamente anche nella sfera medica. La vastità del territorio e la diversità dei climi favorirono la nascita di svariate metodiche di cura. Massaggi, ginnastica, manipolazioni e agopuntura furono codificate nell'articolata medicina tradizionale cinese. In campo erboristico i cinesi, la cui farmacopea è sconfinata, non ebbero mai, e tutt'oggi non hanno, eguali. Risale al 2800 a.C. il Pen T'sao, il più grande trattato di fitoterapia cinese, noto anche come “la più antica farmacopea conosciuta”, che conta quarantadue libri nei quali sono trattate più di mille piante e il cui autore riporta oltre undicimila ricette mediche.

Antica e articolata quanto la medicina cinese e a questa collegata da piante condivise è la medicina popolare indiana, l'Ayurveda, la cui nascita viene convenzionalmente fatta risalire al periodo dell'invasione indù del Punjab (XVI secolo a.C.) e che si protrae fino alle porte del periodo contemporaneo, cioè fino alla colonizzazione inglese dell'India nel Settecento. Molti sono i volumi che l'India antica riservò all'esplorazione dell'arte erboristica. Con l'Ayurveda l'arte della fitopreparazione fece nei secoli balzi in avanti; i rimedi diventano dei veri composti realizzati con decine di erbe trattate in modo da estrarre solo i princìpi attivi utili. Erede delle nozioni mediche e fitoterapiche egizie e orientali sarà in Occidente la medicina greca, alla quale le spedizioni di Alessandro Magno spalancheranno le porte d'Oriente e che influenzerà la fitoterapia fino all'età moderna.

I primi barlumi dell'arte medica in Grecia si accendono nell'era cretese (2000 a.C.). Scavi condotti nelle città di Creta, Micene, Pilo, Argo, hanno mostrato che la figura del medico era diffusa e che la civiltà cretese conosceva un largo numero di rimedi naturali, come testimonia l'origine mediterranea dei nomi di molte piante (assenzio, nepetella, menta).

Della millenaria esperienza cretese si avvalse in seguito la civiltà micenea, la cui farmacologia si sviluppò a partire dalle droghe già individuate come attive dai Cretesi. I sacerdoti micenei, cui era riservato il compito di dar vita ai rimedi terapeutici, affinarono la loro abilità e misero a punto preparazioni complesse, come gli oli medicamentosi che venivano spremuti con il torchio e mischiati a succhi, miele, vino, ecc. Tali preparati confluiranno come modelli nella medicina greca, la cui farmacologia condividerà con la tradizione micenea elementi quali il miele, il ginepro, il ricino e altri, riconoscendo nella malattia una concezione più scientifica ed analitica.

Ai Greci va anche il merito di aver infuso con Ippocrate, Dioscoride e Galeno, nuova linfa all'arte della fitoterapia e di aver intuito per varie erbe campi di applicazione che in molti casi la scienza moderna ha sottoscritto. Ippocrate si pose il problema del dosaggio, questione non trascurabile, mentre è di Dioscoride il merito di aver redatto il trattato di farmacologia che più di ogni altro inciderà sulla fitoterapia moderna e che fino al Seicento fungerà da Bibbia per i medici, i botanici e gli speziali di tutta Europa. Nella sua opera giunta a noi nella traduzione latina del Mattioli, De materia medica, Dioscoride riversa tutte le nozioni del tempo e stila un elenco di 579 piante e 4700 rimedi medici. (Continua il 15 maggio)

Per contattare il dottor Di Prima, farmacista e naturopata, potete scrivere a: anticospeziale@virgilio.it

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