La medicina naturale – prima parte

La medicina popolare ha uno spiccato valore storico e una profonda ragione di esistere. La medicina popolare è espressione di conoscenze rimaste allo stato primitivo. È, in sostanza, l‘interpretazione dei fenomeni medico-biologici  basata su elementi suoi propri di giudizio.

MedicinanaturaleNon c'è civiltà che in ogni tempo non abbia riconosciuto e apprezzato il valore delle proprietà benefiche di erbe e piante. È un percorso leggero e istruttivo per esplorare le virtù di piante la cui efficacia potrà venire in aiuto per una soluzione dolce e naturale ai piccoli disturbi del quotidiano. Molto sintetico, ovviamente, perché l'argomento è sconfinato e intricato come la più grande delle foreste, neppure del tutto esplorata.

Pensare al momento in cui nasce nell'uomo la consapevolezza degli effetti benefici che le piante hanno sull'organismo, significa tornare alle radici stesse dell'umanità, a quell'era preistorica cioè, in cui allo spavento della morte e della malattia si poteva reagire solo ed esclusivamente ricorrendo alla natura. Natura che era anche fonte cui affidarsi e dalla quale imparare. L'intuizione di ricorrere alla erbe per sanare le ferite e i mali del corpo non può essere venuta all'uomo che dall'osservazione del mondo animale nel quale, oggi come allora, le piccole e grandi creature sanno individuare, indirizzate dall'istinto, la giusta pianta per il dato male.

Risalgono all'età del rame e del bronzo, ritrovamenti in palafitte di noccioli di Prunus  spinosa, bacche di sambuco e semi di papavero, destinati probabilmente a usi salutistici. Lo studio di vari specialisti ci dà conferma di come il rapporto con la vegetazione sia stato determinante per le popolazioni preistoriche, che dalle piante ricavavano cibo, fibre per vestirsi, legno da ardere o da costruzione e ultime solo per caso, principii medicinali. Gli storici ci raccontano inoltre di come, nell' domestica di tutte le civiltà primitive, l'uomo, assorbito dalla caccia e dalla guerra, lasciasse alla donna il compito di raccogliere prima (nel Paleolitico) e coltivare poi (durante il Neolitico) bacche ed erbe.

Vale la pena sottolineare come inizi qui, migliaia di anni prima della furia inquisitoria europea, il legame indissolubile tra universo femminile e sapienza fitoterapica. Se i reperti possono solo fare ipotizzare quelli che furono i primi passi che lentamente porterà l'uomo a distinguere le piante utili da quelle dannose e l'erboristeria a nascere, con l'avvento delle civiltà antiche iniziano anche le trasposizioni scritte dell'uso delle erbe. I più remoti riferimenti giungono a noi su tavolette di argilla dall'antica Mesopotamia. I caratteri cuneiformi di una tavoletta (Ur III 3000 a.C.) testimoniano di come i Sumeri (civiltà che si sviluppò a partire dal 5000 a.C. tra il Tigri e l'Eufrate) fossero a conoscenza delle proprietà curative di diverse piante, tra cui il salice, il fico e il mirto.

I successori poi, i Babilonesi, ebbero a loro disposizione una quantità impressionante di piante. Tavolette babilonesi menzionano, tra le altre, la belladonna, la canapa indiana, l'oppio e la cassia, che conoscevano e utilizzavano. Contemporaneamente a quella mesopotamica, nel nord dell'Africa si sviluppa la civiltà Egizia, la cui dedizione alla medicina si può evincere dal numero consistente di divinità preposte alla salvaguardia della salute (Thot, il medico degli dèi che nei templi era raffigurato alla di una barca ricolma di erbe medicinali,  Iside, fine conoscitrice dell'arte erboristica ecc.).

La storia dell'Egitto ci mostra l'altissima considerazione dei medici che tra l'altro avevano inventato un infallibile metodo di imbalsamazione che coinvolgeva diverse erbe aromatiche, come dichiara il Papiro di Ebers, il più antico e diffuso repertorio della tradizione fitoterapica egizia. Questo papiro, datato 1550 a.C. e lungo 20 metri cita circa settecento droghe vegetali e rivela la dimestichezza con la quale gli egizi erano soliti trattare piante anche per preparare cosmetici per le belle egiziane. (Continua l'8 maggio) 

Per contattare il dottor Di Prima, farmacista e naturopata, potete scrivere a: anticospeziale@virgilio.it

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