La leggenda del Vascelluzzo a Messina

Il vascelluzzo

A Messina la processione del Corpus Domini è arricchita da una tradizione popolare: il Vascelluzzo.

Una scultura lignea lunga un metro e ricoperta d'argento che rappresenta un vascello a tre alberi, capolavoro degli argentieri messinesi.

Stando alle leggende religiose locali, il vascelluzzo apparve durante la guerra dei Vespri siciliani nel 1282 per salvare dalla fame i messinesi durante il lunghissimo assedio posto dalle truppe di Carlo d'Angiò. Era carico di viveri e riuscì a passare indenne attraverso la flotta angioina.

Visto il legame della città con la Madonna, a questa leggenda se ne aggiunse un'altra, quella di uno dei tre capelli che la Vergine avrebbe inviato alla città nel 42 dC e che secondo la tradizione  è custodito in un reliquiario in cristallo di rocca che è collocato sul vascelluzzo durante la processione.

“Sopra il reliquiario -si legge nel sito di Palazzo Zanca- due argentei puttini alati reggono una corona. Dalle fiancate sporgono otto cannoni per parte e altri sono presenti sulla poppa che mostra anche quattro cariatidi dorate. Sempre sulla poppa è presente l'immagine della Madonna sullo sfondo di Messina ed è visibile la Palazzata di Simone Gullì cominciata nel 1622.

Il vascello poggia su una base incisa col motivo ad onde marine ornata con foglie e fiori e  sulle facce vi sono raffigurati i volti che secondo la tradizione sarebbero i marinai fondatori della confraternita di S. Maria di Portosalvo”.

Ad adornare il simulacro “quattro medaglioni con le effigi della Madonna della Lettera, di Sant'Alberto con la Bibbia e un giglio, San Placido insieme ai fratelli con i quali fu martirizzato e sepolto a Messina) e la Madonna di Portosalvo con la veduta di Messina.

Sull'intera struttura compaiono varie date a partire dal 1644, mentre le date sulla base, 1767 e 1792, fanno pensare che questa sia successiva al vascello. Ma documenti della fine del XVI secolo accennano alla realizzazione dell'opera che la confraternita dei marinai aveva il privilegio di portare in processione”.

Oltre alla guerra del Vespro, sono diversi gli avvenimenti storici legati alle leggende collegate al simulacro. Tra questi, l'assedio di Messina da parte del duca Roberto di Calabria nel 1302. La città stava per arrendersi per la fame e secondo la tradizione locale grazie alle preghiere alla Madonna di Alberto, monaco del convento di Pozzoleone, arrivarono in porto alcune navi cariche di grano e altri viveri che salvarono la città.

Altro evento collegato al vascelluzzo è quello della carestia del 1603. Per evitare di essere attaccate dai messinesi affamati  le navi straniere evitavano lo Stretto. Ad andarci di mezzo un bastimento proveniente dalla Grecia con un carico di grano, che mentre lo attraversava fu costretto da una tempesta provocata dalla Madonna ad attraccare in porto. Come sempre è una questione di punti di vista, perché difficilmente i greci avranno apprezzato l'intervento della Madre di Dio che costò loro un carico di grano quando la nave fu presa d'assalto dai messinesi affamati.

 

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