La legalità negata

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Uno dei parcheggiatori mentre prende il denaro da una donna anziana

Sono passate da poco le sette di un pomeriggio d'agosto. Quest'anno la Fiera Campionaria è partita in tono minore, ma sono molti i messinesi che non rinunciano ad entrare almeno una volta, aiutati dal fatto che quest'anno si entra senza pagare. In viale della Libertà due vigilesse gestiscono il traffico. In via Boner, a pochi metri di distanza da queste rappresentanti della legalità, quattro parcheggiatori abusivi obbligano gli automobilisti a pagare per sostare in aree che non prevedono alcun ticket.

È così da molti anni e tutta la città lo sa, forze dell'ordine comprese. Anche perché in zona abitano un magistrato e un ufficiale del Corpo di Polizia Municipale. Impossibile non vederli e, soprattutto non sentirli. Arrivano poco dopo le quattro di pomeriggio e fino a quando a notte tarda il traffico non si ferma del tutto loro sono là. Armati di fischietto e con un borsello a tracolla, prendono in mano la via Boner e un paio di trasversali. Ognuno ha la propria zona e uno sconfinamento è impensabile.

La tecnica, ben documentata nelle foto che pubblichiamo è sempre la stessa. Quando arriva l'auto fischiano come se fossero dei vigili urbani, indicano al malcapitato dove parcheggiare e quando scende gli chiedono dei soldi “perché lo hanno aiutato”. Sono di Giostra e la loro fama li precede. Ad essere presi di mira soprattutto anziani e gruppi familiari con bambini. Tutti pagano senza protestare, perché temono le conseguenze. Qualcuno anche sorride mentre lo fa, forse per ingraziarserli, non si sa mai. Un paio di facce non sono esattamente rassicuranti.

A fare le spese di una situazione di illegalità inaudita per una città che pretende di puntare tutto sul turismo per far ripartire l'economia sono soprattutto i residenti. Che per due settimane sono taglieggiati tutte le volte che mettono il naso fuori casa. Sono quelli che hanno più paura e ogni giorno, almeno una volta ma spesso anche due, sono costretti a pagare un obolo per “stare tranquilli”. Estorsione 20120805 MG 1261

“Temiamo che ci possano graffiare le macchine -racconta in forma rigorosamente anonima un abitante della zona. Una volta mi sono rifiutato e mi hanno rovinato la fiancata. So che non è giusto ma adesso pago perché voglio stare tranquillo”.

“Voglio stare tranquillo” è quello che ripetono a bassa voce tra loro i messinesi che durante il periodo della Fiera parcheggiano in zona. A garantire la loro tranquillità dovrebbero provvedere le forze dell'ordine, ma è evidente che sono impegnate altrove, lasciando la città in mano ai ladri di galline. Ché di questo si tratta, ovviamente. Perché quando l'altro pomeriggio un automobilista ha detto un secco “no” ad uno dei parcheggiatori, quello si è ritirato in buon ordine, senza quasi protestare. Tutte da vedere le condizioni dell'auto quando il coraggioso sarà tornato a riprenderla, ma questa è un'altra storia.

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Uno dei parcheggiatori abusivi con il giubbotto obbligatorio

A far sorridere, se non ci fosse da piangere a calde lacrime, il fatto che di sera uno dei parcheggiatori indossi il giubbotto previsto dalla legge per essere visibili al buio.

Ma prima di spostarci per il nostro giro nelle illegalità a cielo aperto di Messina, deviamo in via Santa Maria dell'Arco.  Se i parcheggiatori sono i padroni incontrastati della via Boner e delle trasversali limitrofe, la via Santa Maria dell'Arco è in mano ai venditori di palloncini e simili. Che oltre a impadronirsi dei marciapiedi con la propria mercanzia, l'hanno trasformata in un bivacco all'aperto. Con deiezioni in bella vista, tende montate che occupano completamente il marciapiede e persino uno stenditoio con i panni messi ad asciugare all'angolo del marciapiede. A cinque metri in linea d'aria le vigilesse dirigono il traffico e sembrano non accorgersi di nulla.

Abbiamo cercato di raggiungere telefonicamente il comandante del Corpo di Polizia Municipale, il colonnello Crisafulli, ma i nostri tentativi sono andati a vuoto. Le cose da chiedergli sono tante, in futuro speriamo di essere più fortunati.

E se l'illegalità del “pizzo” preteso dai parcheggiatori dura solo due settimane l'anno, ce ne sono altre che sono diventate ormai parte integrante di una città sempre più allo sbando in tema di legalità e rispetto delle regole elementari del vivere civile.

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La via Lepanto invasa dalle espansioni dei locali

Un esempio? La via Lepanto, tanto per dirne uno. Dove i gestori dei locali della zona, in barba a qualsiasi regolamento comunale sulle concessioni, vecchio o nuovo che sia, si sono letteralmente impossessati del suolo pubblico. Se paghino la tassa prevista è da verificare ed è di competenza dei vigili urbani. Quello che invece è evidente, è che i prolungamenti dei locali all'esterno sono assolutamente illegali, visto che la normativa prevede che qualsiasi struttura debba essere amovibile e non ancorata a terra. Dalla foto che pubblichiamo, oltre ai prospetti deturpati dei palazzi, risulta evidente come anche questa disposizione sia stata disattesa. Prima o poi si spera un cenno di vita dalla Soprintendenza, che arroccata nei locali di viale Boccetta sembra non accorgersi di nulla nonostante il considerevole numero di dipendenti che ha in pianta organica. Sulla quantità di spazio occupata invece, si attendono da anni degli interventi da parte del Corpo dei Vigili Urbani, che sembra ignorare, nonostante questo giornale lo abbia denunciato con un'abbondante documentazione fotografica all'inizio dell'anno scorso, quello che succede in via Tommaso Cannizzaro alta.

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I banconi di un fruttivendolo in via Tommasso Cannizzaro sulle strisce per gli ipovedenti

Dove è evidente che in pochi conoscono l'uso delle strisce bianche sui marciapiedi destinate agli ipovedenti. Non a caso, i gestori dei bar e dei locali ed i fruttivendoli non li considerano neanche e li coprono con sedie e con la merce esposta all'esterno. Senza essere mai stati sfiorati dall'ombra di un controllo per far rispettare una essenziale in una città che pretende di definirsi civile: l'attenzione dovuta a chi è portatore di un handicap fisico, che sarebbe facilmente superabile se solo chi di dovere facesse rispettare le regole. Un'impunità che, ma questa porzione di via Tommaso Cannizzaro è solo un esempio tra i tanti altri in tutte le zone della città, non riguarda per esempio i parcheggiatori folli, che non rispettano niente e nessuno, consapevoli di godere di un'immunità assoluta quanto inspiegabile.

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La discarica del rione Taormina

Ma dove i messinesi danno il meglio della loro “messinesità” è nelle discariche abusive a cielo aperto. I dati ufficiali parlano di una quarantina di siti trasformati in depositi di materiale di risulta che dovrebbero essere smaltiti seguendo dettami ben precisi. Ma basta fare un giro in città per rendersi conto che sono molte, molte di più.

Una delle peggiori, considerato che è quasi ai limiti del centro della città, è quella che abbiamo trovato nella trasversale che fa angolo con la via Giuseppe Franza, ai bordi del rione Taomina. Guardando le foto si vede bene che a terra c'è di tutto. Dall'onnipresente amianto, che a Messina non manca mai, fino a materiale edile, copertoni, un motorino e persino un'auto. Un tappeto di oggetti abbandonati che in un paio di settimane ricoprirà la strada, che periodicamente diventa inagibile proprio perché trasformata in discarica.

“Queste foto -commenta il segretario cittadino del PD Peppe Grioli- rappresentano un duplice problema di illegalità diffusa. Problema che da un lato indica una scarsa cultura civica e della legalità, dall'altro evidenzia la debolezza delle autorità locali. In particolare, quella degli enti pubblici nell'esercitare le attività di controllo e repressione di un'illegalità che è evidentemente diffusa in città. Tutto è permesso perché l'assenza di cultura civica e della legalità pervadono anche le istituzioni e la tolleranza di tutto ciò discende dall'accettazione di questo stato di fatto”.

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