La Camera Penale accende i riflettori su Gazzi

Gazzi1
L'esterno del carcere di Gazzi

Dopo la morte del detenuto trentenne rumeno Marcel Vitiziu, deceduto lunedì scorso durante il trasferimento da Gazzi al Policlinico, si riaccendono i fari sulla difficile situazione in cui versa il carcere di Messina. 

Dopo le proteste degli ultimi mesi degli agenti di , adesso a fare il punto della situazione è la Camera Penale “Pietro Pisani” presieduta dall'avvocato Antonio Strangi. L'evento è stato organizzato dall'avvocato Filippo Mangiapane, componente dell'Osservatorio Carcere

“L'Unione Camere Penali ha a cuore il sovraffollamento delle carceri -spiega Mangiapane- e Messina certamente non è un fiore all'occhiello perché fa parte del gruppo di strutture tanto criticate. Non abbiamo invitato nessuno che rappresentasse la classe politica perché dopo un anno e mezzo di proteste, ancora nulla è stato fatto. Le condizioni delle carceri italiani, compreso quello messinese, minano la dignità dei detenuti. In questa città -prosegue Mangiapane- non esiste nemmeno un garante per la tutela dei loro diritti. Le idee ci sono, ma il problema è che poi non si trova nessuna forza politica capace di concretizzarle. Un dato che deve far riflettere è che in tutto il Paese dal 2000 ad oggi le in carcere sono già arrivate a 1.828 e che il 40% dei detenuti, una percentuale quindi elevatissima, è ancora in attesa di giudizio”. 

“Il problema del sovraffollamento -ha aggiunto Strangi durante i lavori- è serio. Mi dispiace constatare l'assenza di alcune figure che erano state invitate a partecipare a quest'incontro come l'arcivescovo Calogero La Piana ed il direttore del carcere Calogero Tessitore, che peraltro aveva sollecitato questo dibattito”. 

Chiarificatore anche l'intervento dell'avvocato Salvatore Stroscio: “La condanna ha una duplice funzione: se da un lato deve punire il condannato, dall'altro lo deve rieducare. C'è un dato allarmante, in Sicilia abbiamo il 10% dei detenuti d'Italia e le condizioni in cui è costretto ad operare il personale carcerario, esiguo rispetto alle reali necessità, porta anche a casi di suicidio”. 

Attualmente a Gazzi sono in organico 198 unità di polizia penitenziaria (147 destinate ai servizi interni e 51 ai dei detenuti) quando i posti previsti in pianta organica sono 293. Per i sindacati di categoria, alla luce anche del sovraffollamento cronico della struttura, sarebbero necessari almeno il doppio degli addetti. Che da anni accumulano straordinari su straordinari e in alcuni casi arrivano anche a turni di 20 ore consecutive.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *