Il genero del mafioso Bontade rientra nella Sicilia e-servizi guidata da Ingroia

Antonio Ingroia
Antonio Ingroia

Coincidenze imbarazzanti. Marco Picciurro, genero del noto capomafia Giovanni Bontade ucciso in un agguato nel 1988, rientrerà a lavorare nella Sicilia e-servizi, la società partecipata della Regione Sicilia della quale è amministratore unico l'ex procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia.

Picciurro era stato licenziato a marzo scorso con altri 16 lavoratori, ma con il collega Marco D'Amico ha vinto il ricorso al Tribunale del Lavoro.

I 17 lavoratori, in forze alla Sisev, società di informatica collegata alla Sicilia e-servizi, non avevano superato il periodo di prova.

A porre rimedio, almeno per il genero di Bontade e per D'Amico, ci ha pensato il giudice del lavoro.

Immediata la reazione di Ingroia, che ha definito paradossale la situazione durante una conferenza stampa.

La storia dei 17 lavoratori è simile a molte altre del genere. Scaduta l'anno scorso la convenzione tra la Regione e la Sisev, per i 76 lavoratori era scattata la mobilità. A dicembre dell'anno scorso, grazie al parere positivo dell'Avvocatura dello Stato e a una delibera della Crocetta, l'ex PM decise di riassumere tutti con contratti a tempo determinato. Quelli a tempo indeterminato sarebbero arrivati solo successivamente a un periodo di prova. Passato il quale, solo 59 ex dipendenti della Sisev su 76 erano stati giudicati idonei.

“Informerò la Regione -ha dichiarato Ingroia ai giornalisti- perché siamo di fronte un paradosso giuridico. In questa vicenda orientamenti e pronunce opposti, che comunque rispetto, si sono sovrapposti. Ma le regole devono essere applicate con razionalità”.

Picciurro e D'Amico, grazie al trasferimento del ramo d'azienda dalla Sisev alla Sicilia e-servizi, hanno ottenuto l' a tempo indeterminato bypassando il periodo di prova. Ma nel febbraio scorso, un mese prima dei 17 licenziamenti, la Corte dei Conti bocciò i nuovi rapporti di lavoro, giudicandoli assunzioni ex novo e quindi in palese violazione dell'articolo 20 della Legge Regionale 11 del 2010. Di parere opposto l'Avvocatura dello Stato, la cui tesi è stata appunto sposata dal giudice del lavoro.

Intanto entro la fine dell'anno si dovrà applicare una normativa nazionale, che obbliga le società a mantenere solo il 20% del personale con contratti a tempo determinato. Peccato però che nella Sicilia e-servizi i precari siano il 70%. E anche questa è una patata bollente che attende il nuovo esecutivo regionale.

Elio Granlombardo

Ama visceralmente la Sicilia e non si rassegna alla politica calata dall’alto. La “sua” politica è quella con la “P” maiuscola e non permette a nessuno di dimenticarlo. Per Sicilians segue l'agorà messinese, ma di tanto in tanto si spinge fino a Palermo per seguire le vicende regionali di un settore sempre più incomprensibile e ripiegato su se stesso. Non sopporta di essere fotografato e, neanche a dirlo, il suo libro preferito è “Conversazione in Sicilia” di Elio Vittorini.

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