I danni alle aziende

Di fronte alla tragedia della morte di 37 persone, tutto passa in secondo . C'è un aspetto però sul quale non si può sorvolare, l'impatto economico negativo che inevitabilmente ha colpito chiunque lavorasse nelle zone colpite dall'alluvione. Ci sono piccole aziende che hanno chiuso per sempre e altre che invece hanno deciso di resistere, anche se tra mille difficoltà.

La di Marco D'Angelo è una di queste. Non si è arreso e a distanza di due anni lavora. Ma ormai niente è più come prima. “Quella sera me la ricordo bene – racconta D'Angelo, titolare della macelleria che si trova proprio a due passi da via Puntale, epicentro della tragedia. Ero qui al  lavoro con mio fratello e per ripararci siamo stati costretti a salire al piano di sopra perché il fango aveva travolto tutto. Ovviamente, il danno economico è stato enorme. Diecimila euro di carne da buttare via. Ma, a parte questo, il danno più rilevante è stata la perdita di quella che era la nostra quotidianità. Per tre mesi e mezzo siamo stati costretti a vivere al villaggio “Le Dune”, dove ci hanno dato riparo quando quasi tutto il paese è stato sfollato”.

Ma com'è riprendere la vita di tutti i giorni dopo quella notte?“ Certo si va avanti, ma, a quanto vedo, dopo due anni ancora non c'è una soluzione definitiva per Giampilieri. Molte delle persone che vivevano qui, nate e csesciute qui, da allora sono costretti ancora  a vivere in affitto fuori dal proprio paese. E poi ne risento anche nella mia attività, perché manca l'affezionata clientela che si serviva qui da me e niente è più come prima”.

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