Gioco d’azzardo, la Caritas: “A Messina è allarme”

Slot machineIl gioco d'azzardo a Messina è un fenomeno allarmante. Lo confermano i dati del questionario diffuso nell'ambito del progetto Game Over realizzato dalla Caritas Diocesana di Messina insieme con le parrocchie, i centri di ascolto e anche scuole e diverse associazioni.

Ventidue i centri d'ascolto coinvolti, in città e in provincia, e oltre cinquanta i soggetti che hanno risposto al questionario nel corso della prima annualità di Game Over, che si è appena conclusa.

Al progetto hanno lavorato la psicoterapeuta Maria Teresa Santangelo e numerosi altri volontari, coordinati dal responsabile dell'Osservatorio Diocesano delle Povertà e delle Risorse Enrico Pistorino. Il 47% degli intervistati dichiara di aver frequentato almeno una volta nella vita una sala bingo o slot, il 22,64% nell'ultimo anno. Di questi ultimi, il 66,67% più di cinque volte in un anno, il 25% più di 10 volte, l'8,33 non ha quantificato.

Un dato davvero significativo è quello relativo ai motivi che fungono da input e da rinforzo per il GAP (gioco d'azzardo patologico). Uno dei motivi che si registrano maggiormente è la volontà di risolvere i problemi economici (quasi il 34% delle risposte) e per questo “la dipendenza da gioco colpisce in maniera più massiccia i nuclei familiari più poveri sotto il profilo economico e più vulnerabili sul piano dei valori di riferimento”. Il 22% degli intervistati ritiene invece che il gioco aiuti a “dimenticare i problemi quotidiani”.

Un ulteriore dato da evidenziare riguarda la convinzione degli intervistati sulla propria possibilità di vincita. Nel 15% dei casi, infatti, si ritiene che oltre al caso, la vincita possa derivare anche da una propria abilità. Una illusione tipica dei giocatori d'azzardo, che per questa ragione sono convinti che più si gioca più si vince.

L'8% degli intervistati dichiara che il gioco non possa diventare una dipendenza patologica contro il 92% che ne è cosciente. Di questi ultimi, però, il 15% ritiene che non si possa uscire da tale dipendenza. Le soluzioni? Il 56% degli intervistati ritiene che sia necessario l'aiuto degli esperti, psicologi in testa (56%), mentre il 47% valuta indispensabile la e il rafforzamento di una “scala di valori” che comprenda la serietà sul lavoro, la dedizione alla famiglia, la capacità di risparmiare.

“E' importante sottolineare -commenta il direttore della Caritas Diocesana di Messina padre Gaetano Tripodo- che il gioco d'azzardo può diventare una vera e propria patologia e che come tale si può affrontare e curare con un adeguato sostegno medico e con la vicinanza della famiglia”.

Le attività del progetto sono state realizzate con il prezioso e generoso contributo dell'associazione Vinciamo il Gioco, dei SERT di Messina, della Comunità Lelat e della Comunità Faro. La Caritas Diocesana ha inoltre sostenuto e promosso la nascita del Coordinamento provinciale Mettiamoci in gioco, nel quale sono riunite diverse realtà pubbliche e private operanti nel settore. Una delle principali attività già realizzate è stato il seminario che si è svolto a Roccavaldina a giugno con medici, operatori sociali e la partecipazione dei sindaci della zona.

A settembre riprenderanno le attività di informazione e sensibilizzazione del progetto Game Over nelle scuole e sul territorio rivolte alla popolazione, e ripartiranno le azioni di orientamento al sostegno psicologico presso le strutture pubbliche e private. Per maggiori informazioni si può scrivere alla mail: osservatoriocaritas@diocesimessina.it o telefonare al numero 090-9146045 a partire da settembre tutti i giorni da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 12.30.

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