Ente Teatro, si va avanti con l’occupazione

Teatro Vittorio Emanuele occupato 20121022 MG 0400“La proposta del di Amministrazione è tanto vaga quanto inaccettabile, andiamo avanti con l'occupazione”. Dall'incontro all'assessorato al Turismo e Spettacolo a Palermo, i sindacati sono tornati più agguerriti che mai, come hanno ribaditi stamane in conferenza .

“Vogliamo interlocutori credibili che guardino al futuro dell'ente e siano capaci di progettare, oltre che di pretendere finanziamenti regionali -hanno dichiarato stamane i segretari generali di SLC Cgil Pippo Di Guardo, di UilCom Uil Antonio Di Guardo, della Fials Cisal Tavilla e del Sadirs Osvaldo Smiroldo. Siamo a gennaio del 2013 e l'attuale CdA è riuscito solo ad approvare il Bilancio del 2010. Di quelli del 2011 e del 2012 non c'è traccia, così come non c'è traccia di proposte concrete per la stabilizzazione dei precari, per la definizione della pianta organica e di progetti di lungo respiro che consentano di fare dell'Ente Teatro il polmone culturale della città”.

Da quanto raccontano i dirigenti sindacali, il funzionario dell'assessorato al Turismo e Spettacolo con il quale si sono incontrati, Alessandro Reis, è rimasto sconcertato dal resoconto che è stato presentato sulla situazione dell'Ente. E non solo per i problemi cronici del Vittorio Emanuele, che inevitabilmente ricadono sul personale e sulla programmazione, ma anche per la grande quantità di consulenze che sono state affidate negli ultimi anni. Non ultime quelle di natura legale, visti i ricorsi e le ingiunzioni di pagamento presentati dai dipendenti e dalle compagnie che non sono ancora state pagate.

“Abbiamo sottolineato anche la delusione per il mancato intervento del Crocetta rispetto alle vicende dell'ente -spiega Pippo Di Guardo- visto che tutte le volte che ci siamo incontrati con lui ci ha garantito che stava seguendo personalmente la vicenda. Ci rendiamo conto della quantità di problemi che deve affrontare e risolvere ogni giorno, ma l'invio di un commissario straordinario è più urgente che mai”.

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