Editoriale. Le scelte di Sicilians, quelle del sindaco De Luca e la deontologia dei giornalisti

GiornaliAlla fine, come sempre, è una questione di scelte. E la redazione di Sicilians ha scelto la coerenza con le regole deontologiche che disciplinano la nostra professione. Tra queste, quella relativa ai rapporti con la comunicazione degli enti pubblici, e quindi anche le amministrazioni comunali. Prima dell'avvento dei social, Comuni, Province e simili, comunicavano (quando rispettavano le regole, ovviamente) solo attraverso gli uffici stampa e i portavoce. Se un candidato sindaco decide di utilizzare per raggiungere i propri potenziali elettori, poco male. Ma riteniamo inaccettabile che un', nello specifico quella di Messina guidata dal sindaco Cateno De Luca, scelga i social al posto degli unici due canali di comunicazione che dovrebbe utilizzare. In questo mese, abbiamo assistito con crescente preoccupazione alla scelta del primo cittadino e dei suoi assessori di comunicare le proprie attività solo tramite social, scavalcando sistematicamente l'ufficio stampa di Palazzo Zanca, che pubblica le informazioni relative a incontri o decisioni dell'esecutivo solo dopo la pubblicazione di post su facebook e spesso neanche quello. Un primo mese di assestamento lo si concede a tutti. Ma un esperto comunicatore, fatto questo innegabile, come il sindaco di Messina, non può non rendersi conto della portata del suo comportamento. Soprattutto, dopo quanto dichiarato durante il comizio di venerdì scorso, quando ha accusato la stampa di fargli subire processi giornalisti e della strumentalizzazione giornalistica relativa alle sue decisioni.

Riteniamo grave che un sindaco decida, come lui stesso ha ammesso, di non parlare più con la stampa “perché quanto fatto tanto è pubblicato sulla nostra pagina facebook ed è quella la nostra versione dei fatti”. Altrettanto grave è l'invito ai suoi assessori di “non rilasciare dichiarazioni più di tanto e di mantenere un profilo basso”.

Signor sindaco, non funziona così. Da che mondo e mondo con la stampa ci si confronta, anche quando scrive cose poco piacevoli. L'importante è che siano vere. Se ci sono attacchi ritenuti ingiusti o non veritieri si dimostra il contrario, ma rifiutarsi di parlare con i giornalisti e bypassare un ufficio stampa non è accettabile. Non ce ne voglia, ma noi di Sicilians, dopo averle concesso un mese di assestamento da oggi prenderemo in considerazione solo le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa o tramite l'ufficio stampa. Prenderemo dei buchi? Pazienza. La nostra coscienza sarà a posto e la nostra schiena dritta. Nell'attesa, ovviamente, che lei inverta la rotta e riprenda a confrontarsi serenamente con i giornalisti, come del resto ha fatto durante la sua lunga campagna elettorale.

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.

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