#Economia. Cisl: tre miliardi di evasione, ma un siciliano su due rischia l’esclusione sociale

Mimmo Milazzo, segretario generale Cisl Sicilia
Mimmo Milazzo, segretario generale Cisl Sicilia

“Siamo perplessi. Perché la Regione sembra navigare a vista. Non c'è ombra di riforme radicali. E l'orizzonte non va oltre alle ovattate stanze mentre nell'Isola si allarga il divario tra ricchi, 1.200 appena, e il resto del mondo che stenta a sbarcare il lunario”. Così la Cisl Sicilia che nel pomeriggio di oggi ha riunito a Palermo i vertici delle cinque Unioni territoriali e delle 19 federazioni regionali di categoria.

“Il paradosso siciliano – sono parole di Mimmo Milazzo, segretario generale regionale – è che l'Isola subisce un'evasione fiscale e previdenziale stimata in tre miliardi, per contro la produzione arranca, una persona su due vive a rischio di esclusione sociale. I conti della Regione non tornano e ben 272 Comuni non sono in grado di approvare i bilanci per mancanza di risorse”. Per questo alla Cisl rullano i tamburi di guerra.

“La nostra fibrillazione – spiega Milazzo – monta parallelamente al crescere del disagio sociale”. Perché il governo regionale pare preoccuparsi unicamente di trattare con Roma l'assegnazione del miliardo e 400 milioni che dovrebbe permettere la spesa corrente 2016 e la chiusura del bilancio di previsione. “E le voragini nei conti 2015?”, si chiedono alla Cisl. “Che fine fanno?”, domanda il sindacato alla luce del “dissesto telecomandato dei Comuni, alle cui casse mancano 540 milioni non trasferiti dalla Regione. E che, con l'anno nuovo, dovranno far fronte pure alla rivoluzione contabile dal decreto legislativo 118 del 2011.

“Alla Regione – scrive la Cisl in una nota – chiediamo una manovra strutturale che prenda le mosse dalla ridiscussione con Roma del patto del giugno . Quell'accordo impegnò la Sicilia a rinunciare a ogni contenzioso con il governo nazionale fino al 2017, in cambio dell'allentamento del patto di stabilità per 500 milioni. “Cinquecento milioni – ripete Milazzo – contro svariati miliardi che affondano le radici nell'inosservanza nazionale delle norme dello Statuto”.

Il corto circuito istituzionale che si annuncia, in mancanza di svolte radicali, “è anche effetto di quel patto”, denuncia la Cisl. Aggiungendo che “serve pure lo sblocco immediato della nuova programmazione UE 2014-2020”. Sarebbe un errore rinchiudersi dentro a logiche meramente contabili. Invece, serve immettere carburante nell'economia per favorire investimenti e creazione di lavoro. La Regione insomma, ammonisce la Cisl, non si preoccupi solamente di certificare la spesa della vecchia programmazione 2007-2013.

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