Cultura. Il nuovo MuMe di Messina sul numero di dicembre di Bellitalia

BELLITALIAMESSINA. E' dedicato al MuMe, il Museo Interdisciplinare Regionale di Messina, aperto definitivamente al pubblico il 17 giugno scorso e diretto da Caterina Di Giacomo, uno dei servizi principali sul numero di dicembre di Bellitalia, prestigiosa rivista dell'Editoriale Giorgio dedicata alle bellezze artistiche e paesaggistiche del paese più bello del mondo, come recita il sottotitolo.

A cura della giornalista Maria Cristina Castellucci, e con gli straordinari scatti del fotografo Alfio Garozzo, il servizio di Bellitalia dal titolo L'identità ritrovata si snoda lungo otto pagine fitte di informazioni e che ricostruiscono la storia del grande museo di Messina e ne documentano la ricchezza del patrimonio artistico che vi è custodito. Un museo sorprendente”, scrive la Castellucci, che “tiene insieme la storia della città” e la cui visita “è una sorta di passeggiata nel tempo” per via dell'inestimabile patrimonio di opere raccolte nel corso dei secoli – fra tutte due magistrali tele del Caravaggio e un polittico autografo di Antonello da Messina – grazie al ruolo di città ricca e dalla vocazione cosmopolita legata alla posizione geografica.

Anche il mensile Artedossier (Giunti Editore), colta rivista d'arte diretta da Philippe Daverio, ha dedicato un ampio servizio al MuMe sul numero di settembre scorso, con i testi del giornalista Fabio Isman e le foto di Antonio Parrinello.

Il Museo Interdisciplinare Regionale di Messina si inserisce in un ampio Parco Museale, che per dimensioni e superfici espositive e operative, si configura come uno dei più grandi del Meridione d'Italia. Ospita circa 750 opere (fra la sezione archeologica, il percorso medievale-moderno e le aree esterne) in un arco temporale che va dalla fondazione della città e fino alle soglie del XX secolo e riunisce la storica collezione civica del Museo Peloritano e le centinaia di reperti architettonici e opere d'arte di chiese ed edifici storici distrutti dal terremoto del 1908 e faticosamente strappati alle macerie.

Una parte di queste opere, circa 250, sono state sempre esposte negli spazi della Filanda Mellinghoff, opificio ottocentesco risparmiato dal sisma e destinato per decenni a sede temporanea del museo dove, con il sistema della rotazione, venivano esposti periodicamente vari pezzi della grande collezione. La Filanda, all'interno del Parco Museale, sarà adesso destinata a mostre ed eventi temporanei anche in regime di art sharing con altre realtà museali come accaduto di recente con il Mart di Rovereto (L'invenzione futurista, nel 2015 e Mediterraneo, luoghi e miti, nel 2016) e con la Fondazione Musei Civici di Torino.

Il MuMe si estende, complessivamente, su oltre 17.000 mq, nell'area dell'ex monastero di S. Salvatore dei Greci, attorno al quale è stato concepito e progettato negli anni Ottanta. La struttura architettonica iniziata nel 1984 viene consegnata nel 1995, ma non risulta idonea alla tipologia delle collezioni e i fondi insufficienti e discontinui per la definizione dell'allestimento in rapporto alle superfici di oltre 4700 mq.

Negli ultimi anni, con la direzione della dottoressa Caterina Di Giacomo, affiancata dai dirigenti delle Unità Operative afferenti al Polo Regionale, arch. Gianfranco Anastasio, responsabile dei lavori di completamento del Museo, arch. Rosario Vilardo, responsabile della Sicurezza e RUP dei procedimenti relativi agli ultimi interventi e dott.ssa Grazia Musolino responsabile delle Movimentazioni e l'intero organico tecnico e amministrativo, è stato possibile dare un'accelerazione ai programmi finalizzati alla fruizione della struttura, di fatto mai consegnata alla comunità, definendo interventi di adeguamento tecnologico e completamento dei percorsi espositivi grazie a finanziamenti UE e seguenti impegni della Regione.

Dopo l'anteprima del dicembre 2016, con la consegna della sezione archeologica e dell'Ala Nord, per un totale di ca. 2.200 mq di superficie espositiva, vengono adesso consegnati i restanti 2500 mq di allestimenti con opere dal medioevo al Novecento.

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