#Cultura. L’Horcynus Festival racconta la guerra in Libano

Terza giornata per la XV edizione dell'Horcynus Festival, a partire dalle 21.00 di domenica 20 agosto al Parco Horcynus Orca di Capo Peloro. Con due libanesi che raccontano da punti di vista differenti la guerra nel Paese e la difficile opera di pacificazione si chiude Mare di Cinema Arabo, la sezione del Festival curata dal giornalista iracheno Erfan Rashid che ha caratterizzato i primi tre giorni di programmazione. I film in programma sono Submarine, di Mounia Akl e Mahbas – Solitario di Sophie Boutrous.
La programmazione della serata si chiude con la proiezione di Deserto Rosso di Michelangelo Antonioni, con Monica Vitti e Richard Harris. Il film è inserito nella sezione Arcipelaghi della Visione del festival, curata da Franco Jannuzzi. Da lunedì 21 agosto si aprirà il Focus speciale della XV edizione dedicato al e sceneggiatore russo Andrej Tarkovskij.
Sulla sponda calabrese dello Stretto, in piazza San Rocco a Scilla, l'Horcynus Festival propone invece, dalle 21.30 del 20 agosto, il concerto dei Kalàscima con la loro proposta di musica popolare salentina, lontana dal revival e dalle ballate, contaminata dalla tecnologia e trasformata in neofolk urbano. I Kalàscima, gruppo storico de La Notte della Taranta, presentano al Festival il loro ultimo lavoro, Psychedelic Trance Tarantella, nel quale spicca la collaborazione con il maestro Ludovico Einaudi.
Il concerto è inserito nella sezione Musica Nomade dell'Horcynus Festival, a cura di Giacomo Farina. «Mai Musica Nomade – spiega Farina – ha presentato le proprie proposte musicali così come nascono ma ha sempre introdotto delle turbative, a volte anche rischiose, per ipotizzare futuri scenari culturali, nuove mescolanze di stili e linguaggi per fotografare la Nuova Cittadinanza Mediterranea fatta di uomini e donne che fanno viaggiare i propri desideri e le proprie arti ancor prima di loro stessi.
Tutto questo con i Kalascìma, una delle più importanti e innovative band del nuovo panorama della musica world italiana non è necessario: il loro melting pot, la sapiente mescolanza di suoni antichi con l'elettronica, la solennità mista alla leggerezza che portano sul palco é perfettamente in sintonia con il percorso fatto negli anni con i concerti proposti all'Horcynus Festival».

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