Cronaca. Barcellona PG, il Tribunale infligge due pesanti condanne per l’incendio del Santorini

Monforte San Giorgio Santorini SiciliansMESSINA. Sono stati condannati gli autori dell'incendio alla sala ricevimento Santorini di Monforte San Giorgio, avvenuto la notte del 29 dicembre 2017. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto Giovanni De Marco, a conclusione del breve iter processuale, ha inflitto la condanna a 3 anni e 3 mesi di reclusione al 24enne Luca Bertè e a 4 anni e 8 mesi al 19enne Mirko Lupo, entrambi originari di Venetico. I due sono ritenuti responsabili in concorso del grave atto incendiario che distrusse gran parte della struttura a pochi giorni dell'inaugurazione, a ridosso del Capodanno 2018. Inoltre il giudice ha condannato i due all'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e al pagamento delle spese processuale in favore della parte civile. Le indagini furono avviate nelle ore successive il rogo che provocò la distruzione di tutti gli arredi del Santorini, danni alle pareti e la rottura di tutte le vetrate. Nel corso del sopralluogo, i militari dell'Arma ritrovarono all'interno dell'edificio due taniche da 25 litri contenenti residui di liquido infiammabile, una mazza per carpenteria, verosimilmente utilizzata per rompere una porta secondaria di accesso al locale, un guanto e un accendino. All'esterno, invece, furono individuati un passamontagna, 2 paia di scarpe parzialmente bruciate e indumenti contenenti tracce di sangue. Non fu difficile, a quel punto, verificare che  la stessa notte dell'incendio era stato ricoverato al Policlinico di Messina un giovane, successivamente identificato in Luca Bertè, con diverse ustioni agli arti inferiori e superiori. Le indagini dei Carabinieri permisero così di ricomporre l'esatta dinamica.

La sera del 29 dicembre scorso Luca Bertè sarebbe penetrato nella sala ricevimenti che doveva aprire ufficialmente il 31 notte e avrebbe cosparso gli interni di benzina. A questo punto, Mirko Lupo, rimasto all'ingresso, non essendosi accorto che l'uscio era già cosparso di liquido infiammabile, appiccò il fuoco provocando immediatamente l'incendio. Bertè, trovandosi intrappolato dalle fiamme fu costretto a scappare riportando diverse ustioni. Il grave gesto sarebbe stato motivato da una vendetta per essere stati costretti, qualche sera prima, dal personale addetto alla sicurezza, ad allontanarsi dall'attigua discoteca Manila gestita dagli stessi proprietari del locale dato alle fiamme.

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