Coronavirus, il sindaco di Messina: “Il presidente Conte ha emanato un DPCM che è la fotocopia della mia ordinanza”

MESSINA. “Nella vita bisogna essere veri uomini: tempismo e decisionismo!”. Così il sindaco Cateno , in un post pubblicato poco dopo la diretta del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con la quale sono state annunciate le misure del nuovo DPCM. “Avevo capito già dai primi giorni di marzo, quindi oltre 20 giorni fa, che bisognava fermare tutto e barricarsi in casa -incalza De Luca, glissando sul Pignolata Day del 24 febbraio scorso, quando già era evidente il pericolo degli assembramenti e a piazza Duomo si affollarono migliaia di messinesi per mangiare gratis un pezzettino del tipico dolce messinese di Carnevale. Purtroppo sono contrastato e bloccato e la mia ordinanza n°60 dell'11 marzo scorso è stata in gran parte revocata per evitare l'avvio della procedura di decadenza da parte del ministero degli Interni. Ora il presidente del Consiglio Conte, fuori tempo massimo, ha capito che l'Italia si deve fermare e stasera ha emanato un DPCM che è la fotocopia della mia ordinanza“.  Poi De Luca, cui va comunque il merito di aver capito prima di chiunque altro in Sicilia, a partire dal presidente della Regione Nello Musumeci, il reale pericolo rappresentato dal coronavirus, riporta integralmente il lancio ANSA del 12 marzo con la notizia del veto del Viminale al suo provvedimento: “Dal Viminale arriva lo stop all'ordinanza del sindaco di Messina Cateno De Luca che, l'11 marzo, ha emesso un'ordinanza con cui di fatto anticipava le misure del Governo sulla chiusura dei negozi, delegando ai Vigili Urbani i controlli sul rispetto del provvedimento. Il ministero dell'Interno, secondo quanto si apprende, riterrebbe inefficace la decisione del sindaco. A Messina, dunque, come nel resto del Paese valgono le disposizioni del Governo. De Luca, su Fb, aveva annunciato, oltre alla serrata dei negozi che non vendono beni di prima necessità, anche quella degli uffici comunali e il divieto di circolazione per i cittadini tranne che per motivi di salute. “Sono la massima autorità locale in tema di sanità – aveva detto – e voglio vedere chi ora crede che stia facendo qualcosa contro legge. Io voglio solo tutelare la mia comunità”. A distanza di 9 giorni, il passo indietro di Conte e del governo 5 Stelle-PD, uno dei peggiori della storia della Repubblica Italiana.

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