Coro Lirico Siciliano: a Messina preferiscono i colleghi calabresi

Coro Lirico Siciliano
Il Coro Lirico Siciliano a Taormina

Ad unirsi alle critiche sulla gestione del Vittorio Emanuele, c'è anche Alberto Munafò, presidente del Coro Lirico Siciliano, che racconta tutta la delusione di altri artisti messinesi, per i quali non si è ancora avverato il sogno di cantare nel teatro della propria città.

“Per ben due anni abbiamo chiesto al direttore artistico della Sezione musica Lorenzo Genitori ed la presidente Luciano Ordile di poter essere presi in considerazione come coro del teatro (per la cronaca, il coro del Vittorio Emanuele è quello di Reggio Calabria, ndr), ma abbiamo ottenuto solo rifiuti. Il coro è composto da 80 siciliani che hanno studiato qui, che si sono specializzati, che escono dai conservatori ed ai quali non è consentito di avere spazio nella propria città. Siamo trattati come se fossi degli sconosciuti.

Fino a 5 anni fa, quando non esisteva il Coro Lirico Siciliano, era quasi logico che quello di Reggio Calabria fosse utilizzato per sopperire a questa mancanza, ma adesso che ragione c'è? Il trattamento che ci è riservato è sconfortante  -continua Munafò. Per non parlare del fatto che abbiamo proposto preventivi che richiedevano come pagamento solo il minimo sindacale, quindi siamo una scelta qualitativamente ed economicamente vantaggiosa. Invece, alle nostre richieste ci rispondono solo con rifiuti”.

Aldilà di campanilismi e facili conclusioni, non sembrano esserci motivi particolari per cui il Coro Lirico Siciliano non trovi spazio a Messina. “Il nostro impegno è affinché tutti lavorino -risponde Pippo Di Guardo, segretario generale della SLC Cgil. Il motivo per cui il coro non sia ben gradito, in fondo non c'è, ma visto che il direttore artistico lavora al Conservatorio di Reggio Calabria, probabilmente preferisce artisti che conosce meglio”.

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Francesca Duca

Ventinovenne, aspirante giornalista, docente, speaker radiofonica. Dopo una breve parentesi a Chicago, torna a preferire le acque blu dello Stretto a quelle del lago Michigan. In redazione si è aggiudicata il titolo di "Nostra signora degli ultimi" per interviste e approfondimenti su tematiche sociali che riguardano anziani, immigrati, diritti civili e dell'infanzia.Ultimamente si è cimentata in analisi politiche sulle vicende che animano i corridoi di Palazzo Zanca.

2 pensieri riguardo “Coro Lirico Siciliano: a Messina preferiscono i colleghi calabresi

  • 21 Gennaio 2013 in 11:26
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    con Accorinti il coro sarà Messinese…magari durante una lezione di educazione fisica ma solo dopo la meditazione farà cantare i ragazzi……

  • 24 Gennaio 2013 in 16:03
    Permalink

    A integrazione di quanto detto nell’articolo sopra, desidero chiarire che la “denuncia” da noi fatta riguarda non già solo la questione calabresi/siciliani, che, in realtà è marginale rispetto alle due questioni principali:
    1) è molto inquietante quanto ci è stato detto dal Direttore Artistico, Lorenzo Genitori, e dal Presidente dell’Ente Teatro, Luciano Ordile, e cioè, tra quanto detto e quanto lasciato intendere, che nel Teatro di Messina non c’è spazio per altri artisti al di fuori del Coro Cilea e ciò indipendentemente dai costi o dalla qualità. Questa è la principale cosa che ci ha spinti a denunciare l’accaduto e che desideriamo venga messa in assoluta evidenza rispetto a tutto il resto.
    2) riteniamo che l’unico criterio di selezione all’interno di un Ente Autonomo Regionale come il Teatro Vittorio Emanuele di Messina debba essere esclusivamente quello della qualità e trasparenza e non altro. Ed, eventualmente, a parità di qualità quello del minor costo, come è logico e normale che avvenga in tutti gli Enti pubblici.
    A Messina, per quanto ci consta, tutto ciò non avviene o non avviene del tutto ed è esclusivamente per questa motivazione che abbiamo deciso di “metterci la faccia” in maniera così evidente.
    Che poi, a parità di condizioni qualitative e a minor costo, ci sia una formazione di siciliani penso possa essere solo un valore aggiunto da non sottovalutare in tempi di gravissima crisi economica e sociale. Altra cosa sarebbe dire che devono cantare i siciliani a tutti i costi. Questo, da parte nostra, sarebbe senz’altro stupido.
    Grazie.

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