Conti in rosso, il j’accuse contro Croce di Coglitore e Di Leo

Coglitore Di Leo
Ferdinando Coglitore e Giovanni Di Leo

E' perfettamente consapevole che tutti i riflettori sono puntati sull'Area Economico-Finanziaria. Sui numeri veri e su quelli creativi. E così Ferdinando Coglitore, Ragioniere Generale del Comune di Messina, fa il punto della situazione.

Lo fa in una nota diramata alla stampa e, con l'occasione, si leva quale sassolino dalla scarpa che risale all'appena conclusa era Croce.

“Sarò sincero e chiaro -esordisce.In tanti anni di permanenza alle dipendenze del Comune, quasi sedici, ho prestato la mia opera in tante legislature, di cui tre interrotte e proseguite con gestioni commissariali. Entrando nello specifico -sottolinea insieme al suo fedele dirigente del Dipartimento Programmazione, bilancio ed entrate Giovanni Di Leo- dobbiamo dire che l'ultima gestione commissariale certamente non ha brillato e non si è rivelata la migliore nei rapporti con la dirigenza”.

L'affondo nei confronti del commissario straordinario Luigi Croce è di quelli pesanti. vere e proprie sciabolate più che tocchi di fioretto. “E' stata connotata da diffidenza, presunzione e atti di prevaricazione nei confronti di quest'Area Economico-finanziaria, basti pensare all'assenza dei dirigenti del settore in tutte le conferenze in cui si è discusso dei problemi finanziari dell'ente. Rammentiamo, la doppia relazione presentata il 9 novembre dello scorso anno alla Corte dei Conti. Documento richiesto solo a quest'area e al Collegio dei Revisori dei Conti e trasmesso in anticipo al commissario Croce, che a Palermo si è presentato con i suoi esperti e con un'altra relazione, non richiesta, a noi sconosciuta e riportante una serie di incongruenze (debiti dell'ATO Me3, ATM, ecc.), che molto probabilmente hanno orientato la Corte dei Conti in senso negativo”.

Una conferenza stampa, quella del 12 novembre dello scorso anno, durante la quale Croce diede ufficialità ai sussurri che da anni circolavano a Palazzo Zanca: i debiti del Comune di Messina, dichiarò allora il commissario straordinario, ammontano a 240 milioni di euro. “Di cui nessuno ha mai saputo fornire l'elenco -sottolineano Coglitore e Di Leo. Il Bilancio di Previsione 2012 approvato il 31 dicembre scorso, conteneva l'entrata che il commissario aveva concordato con il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta di 40 milioni. Che prima doveva essere di 200 milioni, poi di 90 milioni, ma che infine si è rivelata una beffa in quanto la corresponsione è stata subordinata ad una serie di condizioni non realizzabili.

L'Area Coordinamento Economico Finanziario aveva più volte suggerito al commissario sin dai primi giorni di dicembre, di approntare un bilancio non tenendo conto delle promesse della Regione Siciliana. Il 21 dicembre scorso è stato trasmesso lo schema di bilancio che, a nostro avviso, poteva essere approvato e che invece è stato restituito con una nota, certamente predisposta dagli esperti, in cui sono stati formulati rilievi incomprensibili ed inopportuni”.

E per quanto riguarda il Piano di Riequilibrio Pluriennale 2013-2022 approvato dal Consiglio Comunale l'11 febbraio scorso, anche in questo caso Coglitore e Di Leo mettono i puntini sulle “i”, sottolineando che “è stato redatto in perfetta solitudine senza alcuna direttiva dalla gestione commissariale. Allo scadere del termine assegnatoci per la predisposizione, il Piano è stato consegnato al commissario, che insieme al suo pool di esperti ha pensato bene di incrementare le entrate con delle risorse che l'AMAM avrebbe dovuto versare al Comune per l'uso degli impianti, per un importo di 145 milioni rateizzando la cifra in 14,5 milioni annui e che l'AMAM, a sua volta, avrebbe dovuto recuperare aumentando le tariffe di erogazione dell'acqua potabile senza preoccuparsi minimamente dell'impossibilità per il Consiglio Comunale di elevare le predette tariffe.

E questo quando l'AMAM stessa, con una nota del 20 marzo scorso, aveva comunicato a Croce che il costo del servizio acquedotto era coperto nella misura del 100% e che in nessun caso potevano essere aumentate le tariffe. Ed ancora, le eventuali delibere di aumento delle stesse, qualora il Consiglio le avesse adottate, sarebbero state soggette all'approvazione del CIPE. Il venir meno del Contratto di Servizio con l'AMAM, previsto nel piano di riequilibrio per 145 milioni, considerato l'asse portante del piano medesimo, insieme ad altre criticità quali la mancata liquidazione dell'ATM e della Messinambiente e la mancata trasformazione in società per azioni dell'ATM nonostante la deliberazione del Consiglio Comunale del febbraio 2012, ha fatto venir meno il Piano di Riequilibrio”.

E non è tutto. Perché il lungo j'accuse di Coglitore e Di Leo nei confronti di Croce fa riferimento anche all'ultima relazione sulla situazione economica del Comune di Messina. Relazione, come sottolineano i due dirigenti, “prodotta a beneficio del Consiglio Comunale, della Corte dei Conti e del Collegio dei Revisori trasmessa lo scorso 21 maggio, che non è mai stata comunicata a quest'Area e al Segretario Generale. L'ultima esternazione effettuata dal commissario nell'incontro dello scorso 5 giugno con i candidati a è stata la dichiarazione di debiti per 500 milioni di euro.

Ma questa cifra è stata buttata giù tutta d'un fiato, con l'unico scopo di nascondere le inefficienze della gestione commissariale, con particolare riferimento al fallimento del Piano AMAM. Dulcis in fundo, il rifiuto di firmare con giustificazioni inaccettabili la relazione al Conto Consuntivo 2012. In definitiva, la gestione di Croce si è concretizzata nella prima fase in un'attività ispettiva, mediante l'acquisizione di migliaia di documenti cartacei richiesti a tutti i dipartimenti e uffici, con conseguente dispendio di energie e di risorse. Attività che non ha dato i frutti sperati, certamente approdati nel nulla. Quest'area -concludono Coglitore e Di Leo- nonostante le notevoli difficoltà evidenziate e scontrandosi spesso contro un muro di gomma, si è sempre prodigata nell'interesse supremo di questa città, assumendo al bisogno notevoli responsabilità e garantendo il minimo indispensabile per il funzionamento dell'attività economico-finanziaria”.

Fin qui i due massimi dirigenti delle finanze di Palazzo Zanca. Resta da vedere quale sarà la reazione dell'amministrazione Accorinti e, in particolare, quella del vice sindaco Guido Signorino, economista e neo assessore al Bilancio.

Aggiornamento delle 19.43

Ed ecco che arriva puntuale da dichiarazione dell'amministrazione Accorinti, inviata dall'Ufficio Stampa. “In merito alle dichiarazioni personali rese in data odierna dal Ragioniere generale del Comune Ferdinando Coglitore e dal dirigente del Dipartimento programmazione, bilancio ed entrate Giovanni Di Leo, l'Amministrazione comunale precisa che i contenuti della stessa riflettono esclusivamente opinioni personali dei suindicati dirigenti e non coinvolgono in alcun modo l'Ente, che non aveva contezza del documento”. Un prendere le distanze, quello della Giunta, che dà un'idea piuttosto chiara dei rapporti attuali con l'Area Economico-finanziaria, in attesa di scoprire quelli futuri.

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