Cinema. La settima arte tra psicoanalisi e memoria

cinema_psicoanalisi_siciliansTorna per la sesta volta il ciclo Cinema e psicoanalisi, organizzato dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e dalla Società Psicoanalitica Italiana. Il tema portante del 2016 è un argomento di notevole valore psicoanalitico ma anche storico e culturale: la memoria. Il passato e il ricordo che ne abbiamo di esso influenza necessariamente il presente e il futuro, creando connessioni psichiche tra l'esperienza e il nostro modo di agire. Può accadere che i ricordi siano accantonati dal nostro subcosciente attraverso un processo di rimozione, perché troppo scomodi e traumatici, talvolta addirittura interi eventi, o la storia stessa, sono dimenticati da tutta una comunità per via di una rimozione collettiva. Come il cinema può interpretare questi fenomeni e come esso può calarsi nel profondo della psiche umana, nei recessi dell'anima umana?

Durante l'evento è stato proiettato il film “Una bestia nel cuore” di Cristina Comencini, seguito da un dibattito moderato da Fabio Castriota e del quale sono stati protagonisti la stessa regista e lo psichiatra Angelo Macchia. Il film, tratto da un romanzo dell'autrice e nominato all'Oscar nel 2006, narra della storia di Sabina, un'aspirante attrice ritrovatasi per necessità a fare la doppiatrice. Ha una relazione con Franco, sicuro di sé e della propria carriera da attore. Una notte Sabina ha un incubo che le risveglia nell'inconscio un vecchio trauma legato alla famiglia e al padre, che abusava della figlia in tenera età e anche del fratellino Daniele. Sconvolta e confusa, Sabina parte verso l'America per andare a trovare Daniele e ottenere spiegazioni e chiarimenti su un incubo che non vuole emergere chiaramente.

La Comencini afferma come questo sia uno dei film più importanti della sua carriera e anche quello su cui si è riversato il miglior giudizio da parte dei critici. Ci spiega come l'idea del film sia partita dalla personale e abitudinaria voglia di descrivere i drammatici conflitti umani in cui un individuo riesce ad assoggettarne un altro, creando contrasti interpersonali e interni. Ci rivela come la natura sia molto presente nei suoi film e nei suoi romanzi come idea di uno spazio esterno salvifico, contrapposto alla ristrettezza dei luoghi e dei nuclei sociali troppo chiusi.

Angelo Macchia, vagliando il film sotto una lente psicoanalitica, rivela il maggior pregio della pellicola nello scollamento esistente tra la trama ed il suo sotto testo. La verità giace sotto l'apparenza. È proprio cosi che funziona il trauma della memoria, afferma lo studioso: come un qualcosa che giace negli abissi ma che esiste, latente, e che non riusciamo a scrollarci di dosso. Ci ricorda come Freud sconvolse la società civile dell'epoca affermando come molti suoi pazienti affetti da un trauma ereditassero il loro male da casi di abuso sessuale famigliare. Il film ci mostra proprio questo: una famiglia borghese, il silenzio della madre, divisa tra l' per il marito e per i figli, “l'eterno ritorno che passa attraverso le generazioni”, come afferma Macchia. Daniele non riesce a comunicare affetto nemmeno ai suoi due figli, terrorizzato dal replicare gli errori del padre.

E allora come il cinema può aiutarci a risolvere i nostri dissidi interiori, a vivere meglio? La Comencini ha sottolineato come la settima arte sia capace di portarci in svariati posti diversi in poco tempo, come una seduta d'analisi, mentre Angelo Macchia ha chiarito come la guarigione possa avvenire in molti casi attraverso un processo emotivo. E il cinema, in fin dei conti, fa proprio questo: emoziona, opera la catarsi dello spettatore, risveglia sensazioni sopite, aiutando a conoscere meglio se stessi.

Alessio Morello

Nato in Sicilia, adesso studente di cinema al DAMS di Roma. Divide le sue giornate fra introversione ed estroversione, vecchi film perduti, nuovi film sperduti, musica e lettura, il tutto rigorosamente mentre strimpella note discordanti alla chitarra. Si crede un esistenzialista con svariati dubbi universali in testa, che talvolta finisce per annegare nella baldoria di qualche pinta di troppo. Un pessimista pessimo. Vorrebbe differenziarsi e sfuggire dalla massa, ma forse è la massa che fugge da lui. Ponderato e istintivo al contempo, quando chiude gli occhi sogna fotogrammi in bianco e nero con un sottofondo rock 'n' roll.

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