Cinema. Alieni, da Orson Welles a Ridley Scott passando per Mario Bava

Alien SiciliansEsistono forme di vita extraterrestre? Domanda universale a cui ancora non esiste risposta. Nel cinema però gli alieni esistono e di loro sono state fatte le più creative, bizzarre ed inquietanti rappresentazioni. Tra i film che hanno dato un decisivo contributo al genere vi è Ultimatum alla terra (1951) di Robert Wise, uno dei film fantascientifici più importanti della storia del cinema. Klaatu è un alieno, sceso sul nostro pianeta attraverso una navicella che atterra davanti alla casa Casa Bianca che ha l'obiettivo di dare un ultimatum agli esseri umani, avvertendoli che la Terra sarà distrutta dalla Confederazione Galattica se l'energia atomica, usata per fini bellici, verrà sfruttata anche per conquistare altri pianeti. L'impatto sulla cultura popolare fu fortissimo: si racconta che dopo l'uscita del film le notizie di avvistamenti aumentarono provocando una sorta di isteria generale. Un po' come quando Orson Welles, qualche anno prima, fece credere attraverso il suo programma radiofonico La guerra dei mondi che delle navicelle spaziali fossero atterrate in suolo americano. L'idea di un essere alieno portatore di pace contro la pazzia dell'atomica influenzò molto i registi a venie.

Alien (1979) di Ridley Scott è un capolavoro della fantascienza ed un innovatore del genere. Il film, in pochi lo sanno, è inspirato in stile e contenuti a Terrore nello spazio (1965) del regista italiano Mario Bava, maestro del genere gotico. Ed è proprio l'ambientazione e lo stile gotico che contraddistinguono questo film, attraversato da una patina di terrore e disperazione, in antitesi ai precedenti film fantascientifici, patinati e dominati dalla luce bianca e dalla rigorosità geometrica in stile NASA. L'opera riesce a scavare nell'inconscio dello spettatore, dentro la carne, solleva un terrore psicofisico inaudito: l'Alien è una creatura che si insinua nel corpo umano, lo insemina e poi ne esce sfondandolo con ferocia. Questo terrore dell'ignoto, metafisico, del male che si nasconde dentro le proprie viscere, unito alle ambientazioni quasi surreali, crea una fortissima suspense e dà vita ad un thriller horror fantascientifico senza precedenti.

La cosa (1982) di John Carpenter è un remake de La cosa da un altro mondo (1951) di Howard Hawks. Il regista però si discosta dal film originale per portare avanti la sua vena critica e spietata, non risparmiandoci da una certa crudezza gore. Anche qui un alieno è capace di entrare dentro il corpo umano, ma una volta fatto, può anche prenderne il controllo ed usarlo a proprio piacimento. Qui la lotta si fa ancora più spietata: è una sfida contro i propri simili, tutti contro tutti. Non ci si può fidare di nessuno perché chiunque potrebbe portare il male dentro di sé. Questo sentimento di diffidenza e paura si amalgama con l'atavico terrore nei confronti di un ignoto lovecraftiano. La cosa è una creatura che sembra giungere dagli abissi dello spazio e del tempo, pronta ad essere lo specchio dei lati più oscuri dell'uomo. Gli effetti speciali sono completamente ricreati artigianalmente, e non deludono nemmeno ai giorni nostri.

Questi pochi esempi ci hanno fatto capire come un genere che ha come punto fondamentale della propria narrazione l'Altro esterno da noi per eccellenza, possa parlare attraverso il suo sotto testo di Noi e del nostro Io. Cosi che la grande domanda “chi sono gli extraterrestri?” possa essere riformulata nella sua controparte speculare: “chi siamo noi?”.

Alessio Morello

Nato in Sicilia, adesso studente di cinema al DAMS di Roma. Divide le sue giornate fra introversione ed estroversione, vecchi film perduti, nuovi film sperduti, musica e lettura, il tutto rigorosamente mentre strimpella note discordanti alla chitarra. Si crede un esistenzialista con svariati dubbi universali in testa, che talvolta finisce per annegare nella baldoria di qualche pinta di troppo. Un pessimista pessimo. Vorrebbe differenziarsi e sfuggire dalla massa, ma forse è la massa che fugge da lui. Ponderato e istintivo al contempo, quando chiude gli occhi sogna fotogrammi in bianco e nero con un sottofondo rock 'n' roll.

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