#Catania. Scandalo dialisi al Vittorio Emanuele, in manette un altro medico

Catania Guardia di FinanzaIn esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice delle Preliminari del Tribunale di Catania su richiesta della Procura etnea, i finanzieri del Comando Provinciale di Catania, nell'ambito degli sviluppi dell'operazione Bloody Money, hanno eseguito un'ulteriore ordinanza di nei confronti di Gaetano Romeo, dirigente medico in servizio presso il Reparto di Nefrologia e Dialisi presso l'Ospedale Vittorio Emanuele di Catania. L'indagine centrata sul mondo della dialisi ha già visto l'applicazione di misure restrittive, confermate dal Tribunale del Riesame di Catania, nei confronti di tre imprenditori, due dirigenti medici e un infermiere oltreché il commissariamento giudiziale di due società private.

“Lo scenario, che vede il personale medico coinvolto approfittare del rapporto diretto instaurato con persone affette da patologie nefrologiche e bisognose di terapia dialitica per orientare l'invio di verso centri di dialisi privati nei quali gli stessi hanno diretti interessi economici -chiarisce il procuratore distrettuale della Repubblica Carmelo Zuccaro– si arricchisce di ulteriori indagati. Nello specifico, il medico nefrologo Gaetano Romeo, secondo gli inquirenti avrebbe sviato i pazienti, molti dei quali assegnatigli per la trattazione ambulatoriale della patologia all'ospedale Vittorio Emanuele, presso i centri privati Le Ciminiere (del quale aveva acquisito in modo occulto una quota sociale) e Delta (in questo caso le quote sono intestate alla moglie).

Le attività della Guardia di Finanza di Catania hanno consentito di accertare la sussistenza di un sistema consolidato all'interno del quale i medici già coinvolti nell'indagine, alcuni dei quali in servizio presso i medesimi nosocomi pubblici, rispondevano a una logica di equa ripartizione dei pazienti nelle diverse cliniche private in cui vantano interessi economici, in ossequio a un accordo pianificato che li metteva al riparo da reciproche iniziative di denunce, rendendo il sistema criminale difficilmente accessibile.

Nelle prossime settimane non si escludono ulteriori sviluppi, visto che la Procura di Catania ha delegato al GICO della Guardia di Finanza mirati accertamenti e approfondimenti finalizzati alla compiuta individuazione dei sanitari coinvolti nelle attività illecite, nonché verifiche specifiche volte ad individuare ulteriori modalità con cui le strutture private si sono, nel tempo, assicurati l'approvvigionamento dei pazienti, verosimilmente mediante il riconoscimento non solo di quote societarie ma anche mediante l'elargizione di somme di denaro correlate all'invio di ogni singolo paziente.

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