#Catania. Rocambolesco inseguimento per le vie del centro, arrestato 34enne

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immagine di repertorio

Un inseguimento per le vie del centro di Catania, intorno alle 13 di ieri 10 luglio, si è concluso con l'arresto di  un pregiudicato 34enne, per resistenza aggravata, violenza e lesioni a Pubblico Ufficiale e per guida sotto effetto di stupefacenti da parte di agenti della  Mobile.

Ieri, una pattuglia in moto dopo uno scippo in via Pacini, si è diretta verso la strada, percorrendo via Etnea in direzione di piazza Duomo. Durante il tragitto, i Condor hanno incrociato una Smart, con un giovane a bordo, che procedeva in senso opposto a velocità molto sostenuta. Inizia un inseguimento, infatti, il 34enne accortosi dei poliziotti ha imboccato la via Caronda contromano in direzione di via Ingegnere. Durante la fuga, ha investito diverse persone, tra cui due giovani che hanno riportato delle escoriazioni. Il conducente della Smart, costretto a fermarsi per l'arrivo di altri veicoli in direzione opposta, abbandonato l'auto e fugge a piedi. Ma , poco dopo, è stato bloccato dai due poliziotti.

“L'uomo mostrava condizioni psicofisiche alterate, proferendo frasi sconnesse e reagendo con inaudita violenza all'invito a fermarsi – spiegano dalla Questura di Catania. Ha colpito con calci e pugni gli agenti, arrivando a compiere atti di autolesionismo, sbattendo la testa ripetutamente sul selciato, esternando a più riprese la volontà di togliersi la vita”.

Con estrema fatica l'uomo è stato immobilizzato e messo in sicurezza. Durante un sommario controllo, i Condor nella tasca laterale dei pantaloni hanno trovato, avvolti in una piccola busta, mille euro in banconote da 50 e un involucro in cellophane, con cocaina all'interno.

Una volta sopraggiunta l'ambulanza, l'uomo ha tentato di aggredire a morsi il personale sanitario, ma è stato trattenuto dai poliziotti. Dai successivi esami tossicologici è emersa la positività a diversi tipi di sostanze stupefacenti.

Gli accertamenti esperiti successivamente, hanno consentito di escluderne la responsabilità in ordine allo scippo che era avvenuto poco prima e di appurare che il denaro rinvenutogli addosso era stato preso al padre.

Il genitore ha poi raccontato che il figlio, tossicodipendente da anni, ormai da tempo vessava i genitori con continue richieste di danaro per l'acquisto della droga e che la mattina precedente gli aveva preso duemila euro.

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Armando Montalto

Tra la metà dei Novanta e i primi Duemila ha cambiato città, paese e occupazione con la rapidità di un colibrì. Insomma, questo quarantenne messinese, dopo aver fatto consegne a Canal Street, parlato in nome della UE, letto Saramago, tirato sassi sul Canal Saint Martin e bevuto fiumi di birra ha deciso. Tornare a casa, mettere su famiglia e la testa a posto. Oggi si divide tra libri, mare e famiglia. Intanto, prova a scrivere e a raccontare Messina.

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