#Catania. Fondi europei, una nuova strategia per recuperare competitività

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Da sinistra Giovanni La Via, Antonio Pogliese, Enrico Rizzarelli, Elio Dottore, Giacomo Pignataro, Salvo Pogliese

Si è tenuto ieri,  venerdì 9 ottobre all'Hotel Nettuno di Catania uno convegno sui Fondi europei, lo e la crescita del territorio. Il meeting, organizzato dal Lions Club Catania Host in occasione della sua 58esima Charter Night, ha puntato i riflettori sulle frammentazione degli interventi, i ritardi nella certificazione della spesa e mancanza di strategie, a cui si aggiunge l'instabilità politico-amministrativa della Regione Siciliana.

Queste le difficoltà che hanno contraddistinto la scorsa tornata di finanziamenti. La scarsa capacità di programmazione degli interventi in ambito europeo è costata così alla Sicilia la perdita di risorse che avrebbero potuto innescare crescita economica e sviluppo.

Al convegno sono state messe insieme le esperienze politiche, professionali e accademiche in vista della programmazione 2014/2020: più di quattro miliardi e mezzo di dotazione finanziaria da destinare allo sviluppo.

“Un treno che non possiamo permetterci di perdere – ha dichiarato il parlamentare europeo Salvo Pogliese – dobbiamo invertire la tendenza, la Banca d'Italia ha certificato la drammaticità della situazione siciliana, unica regione che a seguito di una crisi che ha bruciato il 15% della ricchezza, non ha avviato un percorso di ripresa. Un'anomalia tutta siciliana, dove una politica traballante ha portato all'avvicendamento di 43 assessori durante il precedente governo regionale e di altrettanti 36 in soli tre anni di governo attuale, con una paralisi della spesa regionale”.

Proprio in questi giorni,intanto, la Commissione Europea verificala rendicontazione relativa al periodo 2000/2006 chiamando in audizione i dirigenti della Regione.

“Rischiamo di perdere 850 milioni di euro – ha sottolineato Pogliese – vogliono applicare le regole retroattivamente e sarebbe davvero un disastro poiché si tratta in parte di somme già erogate».

Giovanni La Via, anche lui eurodeputato ha ricordato come “si utilizzino i fondi europei in maniera sostitutiva, per supplire all'insufficienza delle risorse del bilancio regionale, sottraendole agli investimenti: in questo modo perdiamo quella addizionalità che ci dovrebbe fare recuperare il gap in termini di infrastrutture, di capitale umano e di ricerca. La politica si è interessata più all'attuazione dei fondi europei che alla pianificazione: senza competenze, senza visione strategica e capacità competitiva, la Sicilia non può ripartire”.

L'europarlamentare Michela Giuffrida nel suo videomessaggio ha spiegato che bisogna tenere conto degli errori passati per guardare con ottimismo al futuro. “Nei 4 miliardi e mezzo del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) c'è tutto quello che serve per la crescita e lo sviluppo ma bisogna raggiungere due obiettivi: la semplificazione delle procedure e il superamento dell'ostacolo del cofinanziamento, un elemento a volte determinante per il mancato utilizzo dei fondi” – ha spiegato Giuffrida.

Per l'economista Antonio Pogliese, past governatore del Distretto Lions Sicilia, i dati mostrano che il Nord e il Sud d'Italia vanno in direzioni opposte, il mezzogiorno decresce con la Sicilia in testa, così facendo c'è il rischio  che al 31 dicembre 2015 non si riesca a validare circa un miliardo di euro che rappresenterebbe una quota sostanziale, ovvero il 1,5% dell'intero Prodotto interno lordo (PIL) regionale.

Risorse finanziarie che dovrebbero essere utilizzate anche per ricerca e innovazione come ha puntualizzato il professore dell'Istituto di biostrutture e bioimmagini del CNR di Catania Enrico Rizzarelli durante il suo intervento: “L'obiettivo è quello di utilizzare al meglio i capitali cosiddetti pazienti, che hanno un arco temporale d'impiego in linea con i tempi della ricercacoinvolgendo soprattutto le grandi imprese che hanno le strutture adeguate per predisporre piani d'investimento per l'innovazione” – ha concluso il professore.

“Il mondo accademico farà la sua parte – ha dichiarato il magnifico Rettore dell'Università di Catania Giacomo Pignataro – con il bagaglio di conoscenza a supporto della progettazione e il suo capitale umano”.

 

Antonio Maimone

Laureato in giornalismo all'Università di Messina. Ha sempre avuto la passione per il calcio e per lo sport in generale. Ha collaborato con diverse redazioni sportive e per Sicilians vi porterà all'interno di tutte le realtà sportive locali e regionali, facendo ogni tanto qualche passaggio in cronaca.

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