#Barcellona. Banda della truffa: arrestato terzo falso imprenditore

 

Salvatore Crinò

In manette il terzo falso imprenditore barcellonese che con altri due complici negli ultimi mesi ha truffato molti commercianti della zona tirrenica. I carabinieri hanno arrestato Salvatore Crinò (33enne già noto alle forze dell'), che è ai domiciliari per i reati di truffa aggravata in concorso e ricettazione.

Il 25 gennaio scorso i militari dell'Arma della stazione di Fondachello Valdina agli ordini del maresciallo aiutante Carmelo Carbone avevano arrestato due disoccupati barcellonesi e già noti alle forze dell'ordine, Angelo Arcoraci (31 anni, già sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno, detenuto nel carcere di Gazzi) e Giuseppe Brancato (43 anni, attualmente agli arresti domiciliari).

Il modus operandi dei truffatori era sempre lo stesso. In un primo momento effettuavano acquisti ripetuti in contanti anche se di piccoli importi, sempre dallo stesso esercizio commerciale. In questo modo conquistavano la fiducia del titolare e si accreditavano come imprenditori seri.

Le vittime preferite erano rivendite di materiali edili, di ferramenta o comunque articoli all'ingrosso di tipo professionale, tutti esercizi dove, visto il periodo di crisi, c'è maggiore flessibilità nei metodi di pagamento. Una volta ottenuta la fiducia del titolare, spesso anche attraverso inganni, bugie e millantato credito, i finti imprenditori chiedevano di poter pagare una grossa spesa con un assegno.

La truffa era messa in atto sistematicamente il venerdì, in prossimità di pranzo, quando le banche sono vicine alla chiusura e non è possibile effettuare controlli se non il lunedì successivo. I truffatori avevano già pronti documenti e firme false. Una volta consumata la truffa sparivano nel nulla e al povero imprenditore di turno non restava altro che accorgersi che l'assegno era rubato e quindi privo di qualsiasi copertura. Gli imprenditori, spesso truffati per migliaia di euro, hanno cominciato a denunciare tutto ai carabinieri di diverse stazioni della provincia di Messina. Tutte queste denunce di truffe, con modalità simili anche se con nomi e “particolari” diversi, hanno fatto scattare le indagini dei carabinieri della stazione di Fondachello Valdina agli ordini del maresciallo aiutante Carmelo Carbone.

La truffa del 24 gennaio ha avuto però un epilogo diverso. I carabinieri, che negli ultimi mesi avevano messo in guardia molti imprenditori sul rischio di questo tipo di truffa effettuando una vera e propria opera di formazione direttamente presso vari punti vendita del territorio. Uno di questi commercianti,quando si è visto di fronte i truffatori, invece di accettare il pagamento, ha preso tempo e ha chiamato i carabinieri della stazione di Fondachello Valdina.

I militari giunti in borghese, si sono finti addetti alle vendite di questa grossa rivendita di materiale , in modo da poter assistere alla flagranza del reato. Conclusa la vendita di diversi bancali di mattoni forati e altro materiale per l'edilizia, per un valore complessivo di 10mila euro, in cambio di 2 due assegni, i carabinieri sono intervenuti e hanno arrestato i due truffatori. Da ulteriori accertamenti è emerso, come previsto, che i due assegni erano provento di due furti. I due quindi venivano tratti in arresto in flagranza per truffa aggravata in concorso e per la ricettazione dei due assegni rubati, oltre che per falso e rifiuto di fornire le proprie generalità.

Scansato pericolo invece per il venditore che, a differenza di altri suoi colleghi meno accorti o forse meno fortunati, non  ha subito nessun danno.

I carabinieri hanno continuato le indagini sul fenomeno e hanno scoperto che insieme ai due truffatori arrestati in flagranza il 24 gennaio ce n'era un terzo: Salvatore Crinò. Con minuziose indagini hanno ricostruito che l'uomo era parte integrante di questa banda di truffatori e si spacciava anch'egli in alcuni casi per socio imprenditore degli altri due, in altri casi come semplice dipendente di fantomatiche ditte di costruzione.

Il suo contributo alla riuscita delle truffe era particolarmente importante perché Crinò è il proprietario di un furgone di grosse dimensioni utilizzato dalla banda per caricare e far sparire le ingombranti refurtive. Inizialmente, apparso come un semplice autista e trasportatore, in realtà, da accurati accertamenti, è emerso che il 33enne faceva parte a pieno titolo della banda .

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