All’Expo 2015 di Milano anche il pittore siciliano Dimitri Salonia

Luce al mercato, opera di Dimitri Salonia
Luce al mercato, opera di Dimitri Salonia

Una visita guidata alla storia e alle tradizioni della Sicilia attraverso il cibo e l'Arte. E' questo l'intento del pittore Dimitri Salonia, artista messinese fondatore della Scuola Coloristica Siciliana, che ha presentato all'Expo 2015 di Milano un evento su “I mercati siciliani e l'Arte: tradizioni della cultura culinaria del cibo da strada. Risvolti sociali ed etnoantropologici”.

All'evento ha partecipato anche l'artista Lidia Monachino della Scuola Coloristica Siciliana. Salonia ha illustrato le manifestazioni popolari dei più noti mercati della Sicilia, già descritti in passato anche da Bufalino e dipinti da Guttuso.

Realizzata anche un'installazione multimediale, ricreando sul posto l'atmosfera di un vero mercato siciliano utilizzando un metalinguaggio artistico, che ha esaltato il contenuto delle sue opere. Il senso interpretativo dei quadri difatti, non è solo nella pittura, ma nello spazio creativo formato della “cornice” realizzata intorno. La scenografia di Salonia ha modellato gli oggetti plasmandoli concettualmente e in un turbinio di voci, suoni e colori, i quadri sono stati apprezzati immaginando i luoghi rappresentati.

Evidenziato anche il ruolo del cibo da strada, che riesce a tramandare importanti valori culturali, identitari ed etnici. I mercati siciliani più famosi da Ballarò alla Vucciria, sono difatti, luoghi dove la socializzazione, le grida, gli sguardi, la gestualità, assumono significati particolari.

Dimitri Salonia
Dimitri Salonia

Con i pastelli ho scritto del colore sofferto dell'ultimo mercato, ho registrato il calore variopinto del suono delle sue voci, ho fermato il brillio variopinto e gioioso della merce di prima scelta e quello smorto della privazione, ho registrato il colore acceso delle grida di “banniata” e quello arrabbiato della concorrenza, ho visto  con l'anima e con i sensi il rosso dei teloni e il grigio della pioggia, trafitti da un raggio di sole, ho sentito le acri tinte del marcio degli scarti e dell'olezzo dei rifiuti -spiega l'artista.

I mercati hanno smascherato la tragica allegria, analizzando le reti misteriose e molteplici  dell'anima malinconica dei siciliani. Ho fermato il perpetuarsi e l'espandersi di quel grido di mercati lacerati dal tempo, ancora vivo sotto i rossi ombrelloni che immersi e sommersi nella solitudine di un apparente letargo, si accendono di qualche rara figura di un uomo e di donna, fino a creare l'animazione di una folla ancora muta, dove il singolo si perde in trasparenze luminose”.

Nei mercati l'artista rappresenta soprattutto la gioia di vivere dei siciliani che, come dice il critico Vittorio Sgarbi nella monografia di Salonia, è un aspetto ricorrente nella sua arte: “Per Dimitri Salonia, la Belle Epoque non è mai finita. Sta ancora dentro di noi, se solo lo vogliamo (Vittorio Sgarbi).

Talento precoce vocato alla pittura, fin dalla più tenera età Salonia frequenta la bottega del nonno materno Michele Amoroso, pittore figurativo di stampo impressionistico, esponente della scuola dei macchiaioli napoletani e allievo di Domenico Morelli.

Creatore di uno stile personale e inconfondibile, fonda la Scuola Coloristica Siciliana. Salonia trae ispirazione dall'arte e dalle tradizioni siciliane; apprezza e studia gli antichi mestieri dei decoratori di carretti siciliani, i pannelli lignei dei cantastorie erranti e i teatrini dell'Opera dei Pupi.

Le sue opere sono esposte nei più prestigiosi musei europei, in tante chiese italiane e nei conventi Basiliani della Sicilia. Degno di menzione il grande dipinto di Fragalà sulla battaglia di Ruggero d'Altavilla contro i mori. Molto ammirata la sua installazione a Salina per il ventennale della morte di Massimo Troisi. 

La Scuola Coloristica – Qualcosa di nuovo, anzi d'antico. Salonia ha fondato la Scuola Coloristica Siciliana inventando l'arte a più mani, grazie alla quale tanti artisti, assorbendo la linfa vitale e culturale del maestro Dimitri, hanno mostrato al mondo la tradizione dell'arte siciliana e soprattutto i suoi splendidi colori.

Tra i critici che hanno elogiato l'artista Vittorio Sgarbi, Luigi Tallarico, Lucio Barbera, Hanns Theodor Flemming, William Congdon, Franco Grasso, Pepè Spatari, Nino Ferraù, Geri Villaroel e Francesco Chetta.

 

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