Alcool, vino e dintorni, pregi e difetti

Giuseppe Di Prima
Il dottor Giuseppe Di Prima

Non è facile concepire una breve recensione sull'alcool, come mi è stato richiesto da un lettore di MessinaSicilians poiché questa sostanza ha mille sfaccettature e non è semplice decidere quali trattare e quali trascurare.

Vediamo nel concetto dell'uomo medio quali argomenti possano essere più consoni. L'alcool o spirito a temperatura ambiente si presenta come un liquido incolore dall'odore caratteristico e pungente, dal gusto leggermente dolce.

È tendenzialmente volatile ed estremamente infiammabile. Può prodursi in diverse sostanze per naturale fermentazione (come per esempio il vino o la birra) o inserito in bevande per ottenere alcolici o superalcolici.

L'alcool è un neurotossico, cioè danneggia il sistema nervoso centrale, abbassa i freni inibitori con effetti negativi sul pensiero razionale, sulle emozioni e nella capacità di giudizio. Crea inoltre innumerevoli danni alle varie funzioni dell'organismo come epatiti e cirrosi a livello epatico, gastriti, pressione alta, danni al cuore, ictus, problemi sessuali, debolezza dei muscoli oculari, osteoporosi. Stando così le cose, apparentemente si presenta come un potente veleno da evitare.

Ma non è così. Ogni uomo possiede degli enzimi che lo trasformano, eliminando la tossicità. Però questi enzimi sono in quantità variabile da soggetto a soggetto, secondo il sesso, l'età e addirittura il corredo genetico. Pare addirittura che gli orientali lo tollerano meno degli occidentali. Nel fegato l'alcool è trasformato in acetaldeide e in acetato, che, una volta in circolo, si comporta in due modi differenti secondo la concentrazione.

Ed ecco il punto più importante dell'argomento: la quantità. A piccole dosi l'alcool produce energia, mentre se è in eccesso è trasformato in corpi chetonici molto dannosi. Un enzima (alcol deidrogenasi) si presenta sotto due forme: una demolisce l'alcool velocemente, l'altra più lentamente creando accumulo e danni.

In eccesso l'alcool interagisce con paracetamolo, antidepressivi e altri farmaci di uso frequente rallentando il loro metabolismo, creando concentrazioni dannose e tossicità farmacologiche del farmaco. Il consumo eccessivo di alcool conduce all'alcolismo, una patologia in cui l'organismo diventa dipendente dall'alcool, cioè con desiderio di assumerne ancora per sentirsi meglio e, nel caso di astinenza si hanno tremori, insonnia, nausea, ansia.

L'alcolista non riesce a controllare la quantità ingerita, si modifica l'equilibrio dei neurotrasmettitori cerebrali e l'organismo è indotto a desiderare l'alcool per evitare sensazioni negative.  Chi inizia a bere da giovane corre maggiori rischi di dipendenza e abuso, che è frequente in chi soffre di disturbi mentali come ansia e depressione.

Iinizialmente si ha una stimolazione, ma subito dopo l'effetto è sedativo per depressione del sistema nervoso centrale. Ma non è tutto così. Ognuno ha la propria storia personale e familiare, quindi l'alcool può dare a ciascuno diversi vantaggi o svantaggi.  Dato che si tratta di quantità, escludiamo i superalcolici e dedichiamo poche note alla bevanda più usuale, il vino, che ha rappresentato sin dall'epoca preistorica, specie nelle popolazioni del bacino del Mediterraneo, un alimento integrativo di notevole importanza.

Decenni addietro furono condotte ricerche sperimentali negli animali da laboratorio, ma con dosi tali da sconfinare nel campo della tossicologia. Sui risultati di tali indagini è stato fondato il movimento scientifico dell'antialcoolismo. In seguito numerosi ricercatori, tra cui molti italiani, hanno studiato la sua azione con criteri fisiopatologici più esatti e modalità sperimentali più aggiornate, saggiandone gli effetti nel suo complesso come pure nei suoi singoli componenti.

Nell'uso del vino la questione fondamentale verte sulle dosi. Anche il migliore dei medicamenti o qualunque cibo possono divenire tossici a dosi eccessive e non c'è ragione per cui il vino debba fare eccezione. Si è analizzata l'azione del vino sulla cellula nervosa con pareri discordi. Il fegato e il rene, che sono gli organi più sensibili all'azione dell'alcool, non risentono danni se le dosi sono minime o medie. La stessa dose di vino somministrata nel pasto provoca una curva alcolemica di circa il 50% più bassa che a digiuno.

Naturalmente parliamo di soggetti sani, poiché i sofferenti dovranno sempre seguire le indicazioni o i consigli del proprio medico. Le persone in salute fanno bene a bere un bicchiere al giorno, al limite due, uno ad ogni pasto. L'alcool ha effetti chiaramente sui fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.

Aumenta per esempio il colesterolo buono (HDL) con il miglioramento dei fattori che influenzano la coagulazione, per cui tenderebbe a prevenire la di piccoli trombi in grado di ostruire la arterie del cuore, collo e cervello. Oltre agli effetti utili descritti, nel vino rosso abbiamo altre sostanze che ne potenziano i vantaggi nel proteggere l'organismo: i flavonoidi glucosidi ed i procianidoici.

Una sostanza rossa, il resveratrolo, è un polifenolo contenuto nella buccia degli acini dell'uva ed è un ottimo rimedio per prevenire ictus, infarti e tumori. La quercitina e il resveratrolo come antiossidanti riducono la pressione e il livello di zucchero nel sangue, aumentando l'attività di una proteina che si ritiene protegga l'organismo contro le malattie dell'invecchiamento. Anche un bicchiere extra quindi, bevuto di tanto in tanto con gli amici, può rappresentare un'occasione di socializzazione con effetto fisiologico e psicofisico per contribuire alla salute ed al benessere.

Se tutti coloro che bevono si limitassero a un bicchiere al giorno, meglio se rosso, probabilmente lavorerebbero meno i cardiologi, gli specialisti di malattie epatiche, gli psicologi e i consulenti contro le dipendenze.


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