6 giugno 12.03 Si conclude oggi il convegno sullo sviluppo economico del Centro Oikos

 Oggi alle 16.30 a Santa Maria Alemanna incontro conclusivo della tre giorni su “Sviluppo economico a Messina: ieri, oggi, domani”, promossa dal Centro Studi di Messina, del Meridione e del Mediterraneo OIKOS.

 Dopo le riflessioni nei giorni precedenti sui presupposti storici e la situazione attuale, il tema odierno è il lavoro e le prospettive ad esso connesse.

 Sono previsti gli interventi dei rappresentanti sindacali e datoriali, Lillo Oceano (Cgil), Tonino Genovese (Cisl), Costantino Amato (Uil), Salvatore Mercadante (Ugl), Ivo Blandina (Confindustria), Benny Bonaffini  (Confesercenti), Costantino Di Nicolò (Cna), Luigi Savoja (Cia).

I lavori saranno introdotti da Emilio Fragale (presidente di Oikos) e conclusi da Alberto Bernava (vice presidente di Oikos).

 Nel dibattito di ieri, come nei precedenti, vi sono stati contributi di relatori quali Antonino Messina, presidente della Camera di commercio, di Arturo Alonci, del vicepresidente dell'Ordine degli Architetti di Messina Giovanni Lazzari, di Guido Signorino, docente di Economia internazionale alla Facoltà di Scienze politiche, di Filippo Grasso, docente di Analisi di Mercato e Metodi statistici presso la Facoltà di Scienze statistiche, di Giovanni Randazzo coordinatore del Corso di Laurea in Analisi e Gestione dei Rischi Naturali ed Antropici e di Daniele Schilirò, docente di Economia politica presso la Facoltà di Scienze statistiche.  

  I lavori sono stati introdotti da Francesco Barbalace e conclusi da Michele Limosani, ambedue componenti del Comitato tecnico scientifico del Centro Studi Oikos. 

 “Un'area metropolitana ricca di contraddizioni. Una città precipitata da anni in una trappola di degrado e frammentazione”: così Barbalace, nella sua premessa.  Nell'articolata analisi, un'ampia condivisione si è raggiunta dai relatori su alcuni importanti punti. Innanzitutto, la mancanza di progettualità, dovuta non solo ad una carente classe dirigente e imprenditoriale, ma anche politica. Responsabilità sono state indicate anche in un atteggiamenti che spesso hanno bloccato la realizzazione di un vero sviluppo. Più volte è stata sollevata la critica al Piano Strategico e alle lungaggini di un Piano regolatore che, dopo una lunga gestazione, era superato già alla sua nascita.

Tra le potenzialità, sono state individuate il turismo; un'edilizia a impatto zero che badi più a prevenire rischio sismico e idrogeologico; un sistema di trasporti integrato con strutture della Sicilia e della Calabria.

 Messina ha evidenziato i segmenti produttivi che andrebbero incentivati: “l'agricoltura, come presidio del territorio, anche per preservarlo; il turismo, con i 50 km di costa e i distretti di Eolie, Taormina e dei due Parchi di Alcantara e Nebrodi e la possibilità di creare paesi albergo”.

 Alonci, ex assessore all', non solo ha ricordato le problematiche legate a un Prg – quello del 2003 -, già desueto quando aveva visto la luce dopo 20 anni di discussione, ma ha pure posto l'accento sul rischio circa il Piano regolatore che si sta elaborando: “Penso che questa classe politica – ha riferito – non sia in grado di produrre un Prg in tempi accettabili. Se è così, tra dieci anni ci ritroveremo una città distrutta e non dal terremoto ma da noi stessi”. Alonci, inoltre, ha fatto notare come i piani particolareggiati siano un'ottima e veloce soluzione di sviluppo del territorio, in quanto “non necessitano di approvazioni dalla Regione, ma vengono soltanto ad essa trasmessi. Ma – aggiunge – non ne ho visto uno realizzato”.

Grasso ha puntato sulle nuove generazioni, in quanto “alla base di una buona classe dirigenziale vi è un buon sistema d'istruzione scolastica e universitaria ed anche di formazione professionale”.

Lazzari ha, anch'egli, parlato di “incapacità di realizzare progetti, nonostante in questi anni sia stata garantita una continuità amministrativa tale da poterlo fare”. L'architetto ha poi spiegato il progetto “Ri.U.So”, adottato da diverse città italiane, per la rigenerazione urbana sostenibile, attraverso l'applicazione di buone prassi, con la collaborazione di tutti gli enti, associazioni di categoria e professionisti del settore.

Randazzo facendo una considerazione sul rischio sismico e idrogeologico, ha parlato di “città insicura”, perché “si pensa ancora a costruire, laddove si deve mettere in sicurezza”.

Schilirò ha messo in guardia circa “l'effetto della globalizzazione, per la notevole pressione esercitata sul mercato dalla concorrenza dei paesi emergenti”. Ciò riguarda, per Messina, l'ambito della portualità, opportunità non sviluppata come nel resto della Sicilia o in Calabria. In tal senso “la sfida si vince investendo sui giovani e sul mare”.

Secondo Signorino a Messina “ci sono non solo scelte che non sono state fatte, ma anche scelte che hanno determinato il mancato sviluppo della città” oppure “sono stati condannati all'estinzione fondi che potevano essere investiti sulla città”. E se “idiozie” sono state compiute, “non si può più tornare al passato, ma, come Torino, da città industriale si è reinventata come città culturale, anche Messina può farlo”.

 Per una Messina inevitabilmente condannata ad una contrazione delle uniche “industrie” funzionanti – soprattutto pubblica amministrazione, settore impiegatizio, edilizia e settore bancario -, nelle sue conclusioni, Limosani ha indicato il metodo “valutazione-premialità-eccellenza” quale via da seguire, per rilanciare aziende e servizi, dal trasporto pubblico alla sanità all'università. Ciò per bloccare l'emorragia di 3 mila giovani, spesso altamente formati, che ogni anno varcano lo Stretto.

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