5 febbraio 09.07 Crisi economica, i sindacati: “Procedure concordate per evitare ricadute sulle famiglie”

Alla luce delle difficoltà nate con la crisi economica e di quelle che deriveranno dai tagli ai finanziamenti nazionali e dal federalismo, avviare un confronto sulle politiche di bilancio e sociali. Lo hanno chiesto ai sindaci della provincia i tre I segretari generali di Cgil Cisl e Uil Messina, Lillo Oceano, Tonino Genovese e Costantino Amato con una lettera che, oltre alla proposta, contiene dati e riferimenti precisi. Nel 2011, i
provvedimenti economici varati dal Governo, la manovra economica, la legge di stabilità e prima ancora la manovra correttiva di Giugno, riducono trasferimenti e i contributi per le Regioni di 4,5 miliardi di euro, per le Province di 300 milioni di euro, per i Comuni di 1,5 miliardi di euro. Tagli che saranno ulteriormente inaspriti per il 2012: 5,5 miliardi di euro in meno per le Regioni, 500 milioni per le Province, 2,5 miliardi per i Comuni.
Nel 2011 per i Comuni interessati al provvedimento, quelli con popolazione superiore a 5.000 abitanti, la
riduzione sarà pari all'11,2% dei trasferimenti in essere nel 2010. “Con la riduzione dei finanziamenti pubblici a servizi fondamentali per le comunità, come la scuola, poi con il taglio ai trasferimenti agli enti locali, e infine con l'obiettivo del federalismo fiscale, si sta scaricando di fatto sui comuni, le province e le regioni gran parte del fabbisogno dello Stato – osservano Oceano, Genovese e Amato-. Nella nostra provincia, dove le entrate degli Enti dipendono in misura rilevante, e comunque superiore alla media dei Comuni italiani, da
contributi e trasferimenti nazionali e regionali, le conseguenze saranno particolarmente gravi”. Cgil Cisl e Uil evidenziano poi come, a causa della crisi economica e congiunturale, il territorio ha subito pesanti ricadute in termini di chiusura di aziende, di perdita di posti di lavoro e di reddito, laddove si è riusciti a fare ricorso agli
ammortizzatori sociali. “La diminuzione del circolante sia a causa della riduzione del reddito e delle attività economiche, i tagli dei trasferimenti erariali, rischiano di compromettere le condizioni di vita e aggravano i già elevati indici di povertà del nostro territorio- spiegano i tre sindacali- Le politiche fiscali e finanziarie delle Amministrazioni locali incidono sempre di più sui redditi dei cittadini attraverso tasse e locali, il costo dei servizi pubblici e le politiche tariffarie, la quantità e la qualità del welfare. Questo ruolo e la responsabilità che ne derivano sono destinati a crescere notevolmente con la prossima attuazione del federalismo fiscale”. Per tutelare le famiglie, i cittadini, i lavoratori e i pensionati che dal combinato disposto di queste misure e circostanze rischiano di vedersi gravati di nuovi costi e ridotti importanti servizi, Cgil Cisl e Uil chiedono ai sindaci di avviare un confronto sulle politiche di bilancio e sui servizi per arrivare alla definizione di procedure concordate con l'obbiettivo di qualificare la spesa pubblica, ridurre gli sprechi, contrastare la crescita di imposte e tariffe locali anche attraverso una efficace lotta all'evasione fiscale, definire accordi sul welfare comunale, individuare misure di sostegno alle famiglie, agli anziani, ai giovani e ai soggetti deboli.

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